"Tra i rumori delle folle, ce ne stiamo noi due: felici di essere insieme, parlando a bassa voce, forse senza proferire alcuna parola". Walter Whitman - indimenticabile la sua raccolta "Foglie d'erba", nelle biblioteche di mezzo occidente dal 1855, un'epoca in cui conferire al poeta anche il ruolo di musicante non era così difficile, trattò durante la sua vita di libertà e del 'sogno americano', scrisse "O capitano! Mio capitano!", diede all'immaginario una concretezza che è tangibile ancora oggi, e di cui ancora oggi si parla.
Accomplice One è un viaggio, un programma. Si parte con l'estrema semplicità di un "C-Jam Blues" in cui compare il mastodontico Mark Knopfler, si passa per l'ausilio di Rodney Crowell, riferimento assoluto del Country a stelle e strisce, si respira nella "Purple Haze", assieme a Jerry Douglas. Si gioca, in "Rachel's Lullaby", con quel Jake Shimabukuro che di radici si intende poco, ma vedendolo ora, dalle esibizioni ai bordi di Central Park, a fianco di Emmanuel, si può affermare senza problemi che la strada intrapresa sia stata una grande scelta. "The Duke's Message" feat. Suzy Bogguss - già Top New Female Vocalist per la Country Music Association - chiude un atto di amicizia e condivisione: poche parole, scelte nel lento scorrere del Blues, sono la luce con cui Tommy Emmanuel intende illuminare un mondo fatto di piccoli tocchi che provengono dalla natura, dall'acqua, dall'erba.
Come preziose foglie d'erba in uno dei suoi sconfinati deserti australiani, nascono, a bassa voce, le note di chi ai rumori delle folle ha sempre preferito la concretezza della propria chitarra. Emmanuel, uno che dal '90 pubblica almeno un album all'anno, bussa alle porte del Blues e ci porta oggi a lezioni di storia e fingerpicking, risalendo le radici del Deep 'River' Blues in un album sviluppato assieme ad amici ed artisti le cui carriere si sono sviluppate parallelamente alla sua, diventando vero e proprio complice, solida spalla, ombra di massimo spessore: decide, stavolta, di sorreggere ed accompagnare una selezione di nomi in cui ha rivisto una parte di sé, in cui deporre un po' di speranza acustica.