Il trip sincretico dell'EP "Voodoo Moonshines" (2014) vide i Trepalium associare, alla propria geniale mistura farcita di technical death e groove metal di tendenza prog/jazz, una pletora di riferimenti allo swing e al boogie woogie decisamente marcata. Tuttavia, l'addio della cantante storica Cédric "KK" Punda dopo quell'ultima prova in studio ha costretto i francesi a ridefinire un'identità di gruppo invero sempre plastica e fluttuante, ma che necessitava di tempo per assorbire il colpo e ripartire. E il nuovo album "From The Ground" non delude le attese dell'agognata rentrée.
I primi secondi della title track accertano nell'immediato le intenzioni dei transalpini, cui l'ingresso del singer Renato Di Folco spinge, inevitabilmente, all'arte del dosaggio e della transizione. Il segno lasciato dallo scorso mini sull'orientamento del sound del combo, ancora seguace di un interplay di chitarre alquanto articolato, appare tangibile: i riff portanti dei brani, però, risultano più incisivi, e meno preoccupati di creare un'architettura a tutti i costi "originale".
Vengono anche omessi gli strumenti a fiato, mentre la conservazione e il contemporaneo utilizzo di pianoforte, tastiere e organo Hammond conferisce all'insieme un'impertinente atmosfera da saloon, come dimostrano specialmente "Twins Brawl" e "Aimless Path (Part I)". Altrove il quintetto si diverte nell'esibire muscoli power blues ("Feelin' Cold"), inserire sfumature stoner e slide guitar ("... To The Sun"), colorare degli amati Pantera le molteplici tensioni ritmiche ("Secretly Depressed", "Everything Is Supposed To Be Ok"). Di buon livello, poi, la performance vocale: il frontman passa dalle linee cantate al semi-recitativo alticcio senza troppi sforzi, adattando le inflessioni southern/rock del proprio timbro, saggiate in God Damn e Flayed, a un contesto molto diverso e che lui stesso contribuisce a influenzare (e normalizzare).
"From The Ground" restituisce dei Trepalium forse poco frontalieri e brutali rispetto alla media usuale, eppure il loro stile continua a non somigliare a niente e nessuno. Nonostante il cartello "work in progress" e qualche scelta di retroguardia, l'act di Deux-Sèvres risponde da par suo, grazie a un lavoro secco, potente ed efficace. Con New Orleans nel cuore e tra le dita.
Vengono anche omessi gli strumenti a fiato, mentre la conservazione e il contemporaneo utilizzo di pianoforte, tastiere e organo Hammond conferisce all'insieme un'impertinente atmosfera da saloon, come dimostrano specialmente "Twins Brawl" e "Aimless Path (Part I)". Altrove il quintetto si diverte nell'esibire muscoli power blues ("Feelin' Cold"), inserire sfumature stoner e slide guitar ("... To The Sun"), colorare degli amati Pantera le molteplici tensioni ritmiche ("Secretly Depressed", "Everything Is Supposed To Be Ok"). Di buon livello, poi, la performance vocale: il frontman passa dalle linee cantate al semi-recitativo alticcio senza troppi sforzi, adattando le inflessioni southern/rock del proprio timbro, saggiate in God Damn e Flayed, a un contesto molto diverso e che lui stesso contribuisce a influenzare (e normalizzare).
"From The Ground" restituisce dei Trepalium forse poco frontalieri e brutali rispetto alla media usuale, eppure il loro stile continua a non somigliare a niente e nessuno. Nonostante il cartello "work in progress" e qualche scelta di retroguardia, l'act di Deux-Sèvres risponde da par suo, grazie a un lavoro secco, potente ed efficace. Con New Orleans nel cuore e tra le dita.