Trivium
Vengeance Falls

2013, Roadrunner Records
Heavy Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 09/10/13

Arrivati al sesto album in studio, ammettiamo di dover alzare bandiera bianca nell’interpretazione e nella comprensione dei Trivium, della loro musica e del loro relativo successo che non sembra per nulla mostrare il fianco, nonostante il prodotto che esce dalle nostre casse/auricolari, a nostro modesto giudizio, non solo ha mostrato il fianco da un bel pezzo, ma qualsiasi porzione anatomica idealmente concepible e associabile.

Da sempre e sempre pompati come i pionieri del nuovo corso dell’heavy metal moderno da una bella fetta dei media che contano (Cicerone avrebbe detto “mala tempora currunt”), i Trivium fanno i Trivium anche in questa occasione, il nuovo sfavillante “Vengeance Falls”. Se recentemente per gli Scar the Martyr abbiamo utilizzato il termine “cerchiobottismo all’americana”, non possiamo certo esimerci a questa torntata, avendo per le mani i campioni olimpici della disciplina. “Vengeance Falls” vede i nostri non staccarsi troppo dal solito clichè tanto caro a Matt Heafy e compagni, spingendosi ancor di più in una direzione quanto più possibile accessibile, facilmente assimilabile (dimenticabile, aggiungeremmo noi), ammiccante, che punta dritto come un siluro a supercavitazione verso una fascia di pubblico ben precisa: il neofita.

Non riusciamo a trovare altra direzione per “Vengeance Falls”, perchè anche i vecchi fan della band di Orlando converranno con noi che i Trivium hanno dato in passato prove molto più convincenti di questa, sotto tutti i parametri: scrittura, tecnica, coinvolgimento, qualità. Se “In Waves” già era un insieme di tutte le molteplici influnze dei nostri, mantenendo un’ossatura metallica robusta, il nuovo lavoro prosegue il discorso alleggerendo ulteriormente la proposta, che sì è classificabile ancora come metal a tutti gli effetti, ma quel metal tanto "leggero" quanto trascurabile. Basti pensare alla quantità di cantato pulito di Heafy presente in “Vengeance Falls”, coi soli interventi un po’ più duri da contarsi sulle dita di una mano (come backing vocals), la continua ricerca del giochino “strofa pensante/ritornello melodico”, fatto manco a dirlo di abusatissimi breackdown, chitarre filanti e aperture tese a ingentilire il tutto.

Un disco concettualmente molto debole, che potrebbe fare la sua bella figura solo a un ascolto superficiale, essendo i Trivium una band tecnicamente preparata supportata da una produzione in linea con la copertina alla Transformer ad opera dell’ex Disturbed David Draiman, che ha subito dato la sua impronta al suono (in particolar modo delle chitarre), a conti fatti l’unico motivo per cui verrà ricordato da qui in futuro questo “Vengeance Falls”. Lo specchio fedele di quello che viene proposto per la maggiore, ahinoi non solo in ambito musicale, prodotti perfettamente fatti e rifiniti in superficie ma che non lasciano alcuna ricerca, alcun processo mentale di scoperta, di interpretazione, al pari di gadget e prodotti commerciali pronti all’uso.



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