Turco
Via Roma

2018, Putsch Record
Elettro Pop

Recensione di Simone Zangarelli - Pubblicata in data: 14/10/18

Consultando le piante urbanistiche della maggior parte dei comuni italiani troveremo con buona probabilità una "Via Roma". È questa infatti la denominazione più presente nelle città e nei piccoli centri del nostro paese già a partire dai primi anni '30, secondo un decreto imposto dal regime fascista. Viene da pensare a quanta vita vissuta fra quelle strade, sedi del frenetico susseguirsi della vita quotidiana, dimora di molte persone.

 

Lo sa bene la cantautrice e polistrumentista tarantina Turco che ha intitolato il secondo album proprio "Via Roma", veicolando astutamente un concetto di casa quasi universale. Si direbbe una specie di archetipo di un luogo più interiore che fisico. Infatti la nozione di familiarità non è l'unica che la giovane artista ha mutuato da questa denominazione, che, si può osservare, non appartiene certo alle strade secondarie. Lo scorrere di una normalità frenetica ed inesorabile, che in "Intro" Turco sembra osservare dalla finestra, ha gli effetti rassicuranti della routine vissuta nel cuore pulsante della società. 

 


Il quadro che tratteggia ha i chiaroscuri della musica elettronica di matrice synth pop unita ad elementi indie rock, così da proporre una dimensione ospitale per chi ascolta ma che porta con sé lo stuzzicante piglio pop elettronico dal sound esterofilo. Che la chiave di questa formula sia nei beat e nei sintetizzatori, come in "Treni", oppure nella forza della band, che in "Ti Vedi" esce durante il ritornello rock-oriented, fatto di sferzate chitarristiche e groove di batteria. Oppure ancora nell'eleganza della voce di Turco, sempre composta e velatamente ironica ("Ansia"), anche nell'affrontare temi centrali per una gioventù post moderna, accomunata dalla ricerca di libertà e al contempo di un senso di appartenenza. "Mi piaci perché sei non convenzionale / e non mi annoi mai" racconta la cantautrice nel brano forse più riuscito, "Nella Testa". Con la verve di una successo radiofonico, offre una panoramica importante sull'inesauribile bisogno di stimoli, il nocciolo della questione che Turco tratta nel pezzo e che l'ha portata a costruire un impianto sonoro concreto e definito lungo tutto l'album. Una ricerca di stimoli che ha i suoi antecedenti in un passato osservato con nostalgia , quello di "Ho Visto Laura Palmer", simbolo di femminile estraniazione dalla realtà, ripreso anche dai Bastille per un loro pezzo.

 

Costituendo una buona alternativa a trap e indie, Turco offre un punto di vista arguto e chiaro sulla sua estetica musicale, dove talento vocale, composizioni intelligenti e creatività sonora rendono il prodotto interessante per il panorama italiano indipendente. Peccato che il disco punti forse un po' troppo sul primo ascolto, operazione certamente funzionale al genere ma che lascia poco spazio a riletture. Si sente la mancanza di un secondo livello interpretativo, prendendo a modello il filone contenutistico di band come i New Order.

 

"Via Roma" è quel posto dove si passa per rimanere affascinato, quella strada che si percorre per trovare un contatto fra sé e il mondo, dove ci si sente a casa. La narratività di Turco delinea efficacemente il connubio, apparentemente contraddittorio, tra due bisogni insopprimibili: la sicurezza del focolare domestico e la necessità di uscire dalla zona di comfort, il dialogo tra interno ed esterno, tra i propri spazi e i momenti di condivisione. Già perché, e la cantautrice ce lo ricorda a più riprese, la nostra storia è fatta di tante persone, alcune rimangono, altre se ne vanno ma, con il dolce auspicio di una "Buona Vita", si augura che ognuna di esse trovi la propria "Via Roma".





01. Intro

02. Ti Vedi

03. Ansia

04. Nella testa

05. Treni

06. Ho Visto Laura Palmer

07. Sharon Dice che La Vita È Un Tropismo Evanescente

08. Ogni Volta

09. Eroi ft. Molla

10. Volevo Dirti

11. Buona Vita

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