Si ringrazia Giovanni Ausoni per la collaborazione
Gentil e dorato collage d'atomici conflitti interiori, l'ottava polaroid sull'annuario dei Turin Brakes ritrae matura contemplazione di perturbazioni mondiali e personali. Così ha parlato Olly Knights, o meglio tale era il meandro d'ispirazione ed espressione a cui il vocalist confessa d'aver attinto per la composizione di "Invisible Storm".
L'anticiclone londinese parte pimpante bruciandosi subito la più coinvolgente del lotto "Would You Be Mine" avvolgendo l'ascoltatore con una lieve coltre d'effetti elettronici ritmati con semplicità, la medesima dell'approccio vocale con cui il buon Olly tiene banco nella successiva "Wait", propedeutica alla domestica tenerezza di "Always".
Il trittico d'apertura non inganni però: attriti e smarrimenti ci sono eccome. Arrivano con la bassa pressione di "Lost in the Woods" in cui s'affronta la fragilità del mondo schioccando le dita e a suon di coretti, vagando sotto cieli ancora azzurri di qualche vastità statunitense. E poi s'affonda nel dolce naufragio acustico di "Deep Sea Diver" in un equilibrio sonnambulo tra "Una Storia Vera" di David Lynch e "Scraps At Midnight" di Mark Lanegan. E' distesi su deserti argini, con una sottile spiga tra le labbra, a solleticare la luna, che ci si addormenta prima che il manifesto esistenziale di "Life Forms" scrolli di dosso la foschia.
Sempre in isobara mattinata veniamo (s)colpiti dall'impalpabile precipitazione della titletrack che, negli affondi di tastiera, sottolinea un ritornello difficile da scrollarsi di dosso. Esattamente come un acquazzone d'agosto. Si segnala anche il gioco di rarefatte illusioni di "Smoke & Mirror" che, in carosello di cumulonembi, concretizza l'anello di congiunzione di certe ampiezze dei Muse e d'altre ovattate voluttuosità alla Moby.
Olly e soci si congedano rimpicciolendosi tra asfalto e campi di grano, pizzicando corde sul retro di un pick-up, alla ricerca di saette e risposte, quelle che ancora riconoscono di non possedere, in un pacifico epilogo country totalmente agli antipodi del bussare elettronico con cui si erano presentati sulle nostre soglie.
Folk levigato per le masse.