Turisas
Turisas 2013

2013, Century Media
Viking

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 16/10/13

Dopo l’ennesimo cambio di formazione avvenuto durante lo scorso anno e il tour con Alestorm, Arkona e Huntress, a Novembre 2012 i Turisas avevano annunciato di aver iniziato a lavorare sul nuovo album e a quasi un anno di distanza ecco che l’ultima fatica discografica del sestetto giunge alla release, avvenuta lo scorso 3 Settembre tramite Century Media con il ben poco fantasioso titolo di “Turisas 2013”. Molto meno evocativo rispetto ai titoli a cui la band ci aveva abituato, eppure non del tutto privo di senso, stando a quanto contenuto in questo nuovo full-length, risultato di mesi e mesi di clausura in un casolare isolato alle porte di Helsinki e di sessioni in due diversi studi di registrazione (gli Atomic Spa Studio e lo Studio 5, entrambi situati nella capitale finnica).


Come già anticipato da “For Your Own Good”, il primo singolo estratto dall’album, questa volta non si tratta di quel sound battle metal che da sempre contraddistingue la produzione musicale dei finlandesi; se il brano apripista esplorava sonorità più proprie dell’Alternative Rock, facendo storcere il naso  a molti fan, la successiva “Ten More Miles”, della quale in Agosto è stato pubblicato il video, ha tutte le carte in regola per conquistare sia da CD che dal vivo con il suo mix bizzarro ma piuttosto convincente di cantato pulito, growl e coro, con bridge trascinanti che si alternano a passaggi dall’incedere più lento, il tutto accompagnato da drumming intenso e un testo molto ben scritto. E’ meno convincente “Piece By Piece”, nella quale torna il tono epico e bombastico dei Turisas, intervallato da passaggi dove il focus è sul cantato pulito di Warlord/Mathias Nygård; a differenza del brano precedente, però, questo appare poco coeso e piuttosto disordinato, come se mancasse un vero collante tra questi passaggi tutti diversi tra loro. E’ una parte altalenante del disco, nella quale brani con il giusto equilibrio tra orecchiabilità ed energia si alternano ad altri che colpiscono molto meno l’ascoltatore, e infatti “Into The Free” fa quasi scomparire il brano che l’ha preceduta e come “Ten More Miles” ha tutta l’aria di essere un brano perfetto per i live.

 

Certo il passo in avanti rispetto al passato è dato anche dalla scelta delle tematiche nelle lyrics: “Run Bhang-Eater, Run!” si concentra sugli effetti del Bhang, una bevanda indiana preparata con spezie e cannabis che esiste anche sottoforma di piccole palline masticabili, mischiata ad altri ingredienti che la rendono più forte e quasi allucinogena. Con questa premessa, le possibilità di tradurre tutto ciò in musica sono pressochè infinite…ritmi orientaleggianti inaugurano il brani l growl unito al sax e l’inserimento di “vocals” (se così si possono chiamare…) femminili e parti strumentali danno un tono onirico alla traccia senza dubbio più eclettica di tutto il full-length. E dopo tanti sguardi rivolti al mondo antico, con le saghe vichinghe narrate in “The Varangian Way” o quelle dell’impero bizantino di “Stand Up And Fight”, la band getta un occhio anche al passato più recente, con una "Greek Fire” nella quale è difficile non vedere una ripresa delle rivolte che hanno scosso la Grecia durante lo scorso anno; lo stile delle vocals ricorda quello dei Diablo Swing Orchestra in questo brano in puro stile Turisas per quanto riguarda la parte strumentale, impreziosito dall’assolo di violino.


Le band folk metal non si tirano mai indietro quando si tratta di brani divertenti e festaioli e anche i Turisas ci mettono del loro con la divertente e sarcastica “No Good Story Ever Starts With Drinking Tea”, dal tono quasi punk e con il campionamento in stile Chipmunk di “The March Of The Varangian Guard”, brano incluso nel precedente album “Stand Up And Fight”.

 

Tanti saranno probabilmente delusi da un album come questo “Turisas 2013” che necessita di più ascolti per apprezzarlo pienamente. Non mancano le novità, alcune scelte possono sembrare azzardate e il disco troppo diverso dalla produzione discografica precedente. Ma, d’altra parte, un lavoro pienamente in linea con i precedenti sarebbe tacciato di ripetitività e scarsa inventiva… “non si può piacere a tutti, tanto vale fare quello che si vuole” è il modus operandi dei Turisas, che con questo album si prendono la piena libertà di creare quello che vogliono e non quello che il pubblico vuole sentire, riuscendo bene nell’intento con un lavoro interessante e una ventata di freschezza anche riguardo la propria immagine. Una versione anno 2013 dei Turisas, appunto.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool