Tyketto
Reach

2016, Frontiers Records
Melodic Rock

La seconda giovinezza dei Tyketto, dopo un ritorno in sordina nel 2012 col discreto "Dig in Deep" smentisce tutte le voci che vedevano la formazione americana ormai ben avviata sul viale del tramonto.
Recensione di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 17/10/16

Nonostante la dipartita dello storico chitarrista Brooke St. James, la new entry Chris Green non fa rimpiangere i tempi che furono, e l'album, registrato negli storici Rockfield Studios nel Galles, è una vera e propria celebrazione di stile.

 

Si comincia con la title-track, un pezzo che cresce con gli ascolti e ricalca lo stile di quel sound tanto amato che portò notorietà alla band nei primi anni '90 con l'uscita di "Don't come easy". "Big Money", ottimo pezzo con un bel tiro, linee vocali molto dinamiche e un ritornello decisamente orecchiabile un po' alla Aerosmith, precede quello che potrebbe essere un ulteriore singolo: "Kick Like a Mule", con un eccellente lavoro sulla chitarra di Green e un carattere prepotente che mette le cose in chiaro grazie alla sezione ritmica che fa un lavoro assolutamente accattivante. "Circle the Wagons" ha un respiro meno rockeggiante e più soft; "Need it Now" non fa sollevare la pelle dell'avambraccio, ma "Tearing Down the Sky" rialza subito il tiro per introdurci a sorpresa nella ballad "Letting Go", sulla quale Danny Vaughn sfoggia una tecnica vocale a dir poco spettacolare. "The Fastest Man Alive" è un vero e proprio tuffo nel classic rock con un intro tutto chitarre e vocalizzi alla Coverdale, per poi sprigionare blues da ogni passaggio. Entriamo così nella seconda metà del disco con "Remember my Name", con un'armonica che fa tanto western e un tiro che sicuramente renderà di più live rispetto al disco; "Sparks Will Fly" non lascia il segno, ma introduce egregiamente lo struggente pianoforte di "Scream". Questo pezzo racconta una storia di nostalgia, ricordi e giorni felici, atmosfera che la voce di Vaughn ricrea con una magia stupefacente, complici gli archi e i cori sapientemente inseriti nell'armonia. "The Run", con una bellissima dedica allo zio di Vaughn, reduce di guerra scomparso prematuramente, è un pezzo che entra sottopelle, con gli arpeggi di chitarra e l'attitudine country che rimandano subito a un viaggio su di una highway col vento tra i capelli.

 

Sono dodici tracks condite da un'eccellente esecuzione dal profumo nostalgico che hanno molto da dire, intrise di un'eleganza raffinata nelle melodie, e la prova di Vaughn alla voce che non lascia spazio a inutili polemiche.

 

Come lo stesso Vaughn ha dichiarato in una recente intervista a Spaziorock, la considerazione più veritiera su questo lavoro è racchiusa in queste parole: "Questa non è una band che sta cercando di rispolverare le vecchie glorie, ma non sta nemmeno rinnegando il suo passato" .





01. Reach
02. Big Money
03. Kick Like A Mule
04. Circle The Wagons
05. I Need It Now
06. Tearing Down The Sky
07. Letting Go
08. The Fastest Man Alive
09. Remember My Name
10. Sparks Will Fly
11. Scream
12. The Run

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