Venua
Blah Blah Blah

2013, Libellula
Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 20/06/13

Secondo album (dopo “Gli Abitudinari” del 2010) per la band bergamasca dei Venua. Per questa seconda uscita sono stati operati alcuni cambi di formazione: oltre agli storici Samuele Ghidotti (chitarra e voce) e Jodi Pedrali (Rhodes, organi e tastiere) si affiancano Fabio Dalè (basso) e Marco Fasolo (batteria), già produttore dell’album.

Ascoltare questa nuova creazione dei Venua vuol dire fare un salto indietro nel passato, per giungere agli anni ’60 e ’70, due decenni di grande fermento che vengono presi a modello: rock, surf, blues, psichedelia, funk, seguendo le ascendenze sia italiane che straniere; questo “Blah Blah Blah” non si fa mancare proprio nulla. Anche la decisione di registrate tutte le tracce completamente in analogico serve per rendere maggiormente questo effetto vintage. Ma, per quanto il suono sia “vecchio”, fortunatamente l’album non ha nulla di stantio, anzi: i brani, pur essendo debitori di un sound che affonda le radici in Buscaglione, in Celentano, o nei cantautori per quanto riguarda le due ballate, suonano comunque in modo alquanto personale e molto freschi, segno che la lezione dei classici è stata imparata e rielaborata, ma non copiata pedissequamente. A corredo di questa già ottima base musicale troviamo anche dei testi che sfruttano al meglio le possibilità della lingua italiana all’interno della metrica, giungendo in alcuni casi (per esempio in “Bang!!”) all’utilizzo delle onomatopee per rafforzare ancora maggiormente l’idea trasmessa dalla musica e dalle parole e calare l’ascoltatore all’interno dello scorcio di vita delineato dai testi.

Tornando alle canzoni e alle diverse influenze, “Bang!!” e “Sunday” sono due divertenti e scanzonati spaghetti surf; “Via Petrarca” e “Nuova Amsterdam” sono due ballate che si inseriscono nella tradizione cantautorale italiana; il terzetto che apre l’album (“Lei dice ormai”, “9 settembre” e “Se vuoi devi”) è quello che sicuramente ha più similitudini con quanto prodotto dai Black Keys, con il terzo brano impregnato di atmosfere blues. A chiusura, l’interessante pezzo strumentale “A Presto”, che per lunghezza e stile si discosta da quanto sentito fino a quel momento.

I Venua sono un gruppo da tenere sicuramente d’occhio, e visto quanto sono riusciti a progredire in soli due album fa ben sperare per un positivo prosieguo di carriera. “Blah Blah Blah” non è sicuramente un disco privo di pecche, vi è ancora molto da fare (alcune scelte di metrica e di stile nei testi, una certa eccessiva teatralità), ma per l’ascoltatore amante dei sixties è comunque una fonte di ottimi momenti di svago e divertimento.



01. Lei Dice “Ormai”
02. 9 Settembre
03. Se Vuoi Devi
04. Bang!!
05. Alice
06. Via Petrarca
07. Sunday
08. Aprile, Dolce Dormire
09. Nuova Amsterdam
10. A Presto

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