Viza
Aria

2014, Graviton Music Services
Folk Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 03/03/14

Registrazioni tutt’altro che leggiadre o persuasive, artwork traditore perchè l’immagine in copertina accarezza un concetto tanto delicato quanto misterioso, a differenza di quanto poi ascoltabile, ed un complessivo ammontare di linee strumentali che non colpiscono nel modo in cui vorrebbero: troppo stretta la denominazione “Aria” – uno degli elementi indispensabili della vita stessa – per un disco particolare sì, perchè esempio di un genere Folk Rock minore, ma piuttosto anonimo nonostante il carico melodico apportato. 

 

Il quinto album dei Viza – prima Visa – è senza dubbio il risultato di una fase di passaggio, di assestamento ideologico, o forse l’indizio che l’entusiasmo esploso con la precedente prova, "Carnivalia" – il cui ascolto si consiglia particolarmente in questo periodo di maschere e colori, seppur bagnati – stia velocemente scemando. Non c’è l’innovazione di un sound troppo statico nel suo alto valore, che potrebbe passare, ad esempio, per una rivisitazione dell’etnicità di cui i Viza fanno – o facevano (?) – il proprio cavallo di battaglia.

 

La prosecuzione di un progetto creativo che ha già ribadito di che pasta è fatto sembra quindi insensata: nel tentativo di scoprire una nuova identità, i Viza si ritrovano ancora ad inseguire il monumento sonoro dei simpatizzanti System Of A Down in una sorta di imitazione non dichiarata. Il risultato, oltre alle potenzialità screditate, è una deludente presa di coscienza di aver sprecato l’opportunità della svolta definitiva verso il successo. 





01. Never Feel
02. Quicksand
03. Midnight Hour (Dingle Rock)
04. Vanished
05. Viktor's Vanguard
06. The Girl That Doesn't Exist
07. Forward March
08. Beneath the Waves
09. C'est La Vie
10. Alley in Tijuana
11. Take Over the World
12. Brunette

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