“Wayfarer” è il secondo album dei Void Cruiser e il primo ad essere pubblicato per Argonauta Records. Seguito di “Overstaying My Welcome” del 2015 e dell’EP “Motherload” del 2013, il secondo full-lenght del quartetto originario di Helsinki è uscito il 27 febbraio contro i pronostici che lo vedevano ultimato per l’autunno 2016.
La release dell’album è stata preceduta dalla rivelazione di artwork e scaletta e pubblicizzata dal video del primo singolo estratto “I Didn’t Lie But I Know Now That I Should Have”.
“Wayfarer” è un’immersione nell’ignoto. Sia in superficie, sia in profondità, scavando traccia dopo traccia l’ascoltatore si trova attonito da un mix coinvolgente di psichedelia e di stoner che sembra invitare a un ulteriore approfondimento accompagnato dei moti dell’universo.
Con una media di 8 minuti a canzone per un totale di sette tracce, i Void Cruiser uniscono le differenti proposte sonore di Santeri “S-Salo” Salo (voce e chitarra), Vili “V-Salo” Salo (chitarra e backing vocals), Lassi "T-Hug" Tähtinen (basso e backing vocals) e Teemu “T-Bag” Rantanen (batteria) per giungere a un’idea d’ampio respiro. “A Day On Which No Man Was Born” è una pennellata dai toni, e i moti, ampi. Un senso di pace scorre tra le note e i palpabili animi intrecciati dei quattro musicisti. Dal post rock psichedelico di tale primo brano, farcito di una spiccata progressione strumentale, ci dilunghiamo nelle atmosfere languidamente grunge di “As We Speak”.
«Sentirai con i tuoi occhi e vedrai con le tue orecchie»
Il timbro vocale di Santeri richiama Scott Weiland e implode negli ultimi trenta secondi circa del componimento in una frenata stoner ai 2/3 della sua promettente, magniloquente aggressività. I cosmonautici Void Cruiser sembrano sentire oltre. E oltre le barriere del suono ci proiettano mentre parliamo.
Se le distorsioni sono il vostro pane quotidiano i Void Cruiser fanno al caso vostro. Elementi che contraddistinguono il grunge e l’heavy metal rincarano la dose strumentale che rincorre tempi lenti, veloci e ancora più veloci in una ruvida jam session di “Madonnas And Whores”.
Si discostano dal fuzz della prima metà dell’album “Seven Years Late” e “All Over Nowhere”, brani in cui è dato ampio risalto al basso e a una voce sommessa, dark, alla Type O Negative. A questo va a sommarsi uno scream di grezza potenza.
Chiude l’album “Maailman Kallein Kaupunki”, unica composizione in lingua finlandese. Insieme al brano di apertura “A Day On Which No Man Was Born”, “Maailman Kallein Kaupunki” convoglia l’attenzione dell’ascoltatore in un insieme variegato di formule e di fraseggi. Lo spazio è il fulcro centrale della ricerca dei Void Cruiser, la cui estesa gamma stilistica è solo uno dei loro punti di forza, unitamente al loro e al conseguente nostro fluido navigare in aree ignote.