Voodoo Vegas
The Rise Of Jimmy Silver

2013, Cargo Records
Hard Rock

Recensione di Federico Mainardi - Pubblicata in data: 22/03/13

I britannici Voodoo Vegas esordiscono con un hard rock ardente e dalle fortissime venature blues, che nei suoi momenti più tosti paga tributo a mostri sacri come Guns ‘N Roses, Skid Row e Mӧtley Crüe, mentre in quelli più bluesy strizza l’occhio ai mitici Badlands di Jake E. Lee. Bella la voce, alta e graffiante al punto giusto, chiaramente ispirata ad Axl Rose e in generale a quello stile (mi si perdonino l’ossimoro ed il riferimento campanilista) “raffinatamente rude” che deliziava i fan dei nostri Wine Spirit. Non ottimale invece la registrazione, che limita la robustezza del sound, ma il risultato complessivo è accettabile.

Le prime tracce riportano direttamente indietro nel tempo: quali siano le migliori è questione strettamente soggettiva. Le partiture delle chitarre, a dirla tutta, non sono sempre incisive, dando talvolta l’impressine di trascinarsi troppo e di sfibrare la compattezza dei pezzi; non è possibile sapere, comunque, se il fatto che ad esse sia dato tanto rilievo rappresenti una perdonabile ingenuità oppure il tentativo di introdurre un tratto più personale nel songwriting di un genere iper-istituzionalizzato. Alla quinta traccia fa capolino la ballad "What I Pay", che si lascia apprezzare per il suo piglio blues ed il suo riverbero sottilmente evocativo. Tra i pezzi successivi, invece, ce ne sono di assai meno convenzionali: va anzitutto notata la scelta inusuale di posizionare, subito dopo la ballad, uno strano interludio che accentua ulteriormente la discontinuità al centro dell’album, rientrando forse nel tentativo di personalizzazione di cui sopra. Dopo la buona "Mary Jane" è la volta della stravagante "Ferry Song", corredata da un pianoforte swing nonché da un’armonica a bocca che sembra prelevata dal primo Black Sabbath, e dell’altra ballad "Lost In Confusion", un AOR smielato con cori femminili. Le ultime due tracce tornano opportunamente ad una forma più tradizionale.

Un hard rock deciso, quello dei giovani (e senz’altro da tener d’occhio) Voodoo Vegas, che nei suoi momenti più felici induce all’eccitazione dell’headbanging ed invoglia a mandare al diavolo ogni preoccupazione ed ogni affanno, nella possibilità di sfrenatezza catartica che è il prodigio del rock duro. Una proposta per chi ha il cuore tatuato e vestito in denim-and-leather, per chi continua a vivere il sogno di libertà e sfacciatezza del rock. Se poi sia un sogno sempreverde o esasperato, e se chi lo cerca finisca per ricadere ugualmente in forme di conformismo, dovranno giudicarlo i rocchettari stessi. Rock on!



01. Intro
02. King Without A Crown
03. Bullet
04. No More
05. What I Pay
06. Interlude
07. Mary Jane
08. Ferry Song
09. Lost In Confusion
10. So Unkind
11. Jimmy Silver

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