Feroci, combattivi e duri come non mai. I Sick Of It All mantengono intatta, nonostante una carriera ultratrentennale, quell'irriverenza giovanile che li ha resi esponenti di primo livello dell'hardcore punk newyorkese. "Wake The Sleeping Dragon!" è una piacevole chicca nel mercato musicale, una certezza assoluta per la capacità di essere diretto e altamente fruibile, un disco da consumare e divorare tutto d'un fiato!
La band non sente affatto il passare del tempo, e, ascoltando l'album, ce li si può immaginare a suonare gli strumenti a testa bassa ad una velocità indemoniata, con un impeto tale da mettere l'ascoltatore spalle al muro e "costringerlo" a stare sull'attenti durante tutta la sua durata. "Inner Vision" chiarisce fin da subito le intenzioni dei nostri: un attacco prepotente che scombussola e lascia senza fiato, ma allo stesso tempo, fa trasparire la consapevolezza di potersi divertire e lasciarsi andare a danze sfrenate. Il mood intero dell'album verterà in questa direzione, diciassette tracce assolutamente brevi, due minuti di media, quindi in pieno stile Sick Of It All, che si concatenano l'una con l'altra in modo da creare una sorta di canovaccio tattico fatto di rapidità e spensieratezza, ma anche di riflessione. Tutto questo pare ideale per una serata con gli amici e tanti boccali di birra in mano per continui e festosi brindisi, sensazione che si può avvertire durante "Bull's Anthem", il cui retrogusto può ricordare i pub irlandesi. Non c'è un attimo di tregua in "Wake The Sleeping Dragon!": "To The Wolves" e la stessa title track dell'album rendono ancora più corposo il lavoro del quartetto, riuscendo ad amalgamare alla perfezione i suoni old school, con i quali i nostri sono cresciuti, alle melodie più contemporanee; questo non significa certamente un ammorbidimento o un compromesso per una vendita più facile del prodotto, ma semplicemente la consapevolezza che si può portare avanti la propria filosofia musicale senza risultare scontati e ripetitivi. Un album che va comunque in crescendo d'intensità fino a raggiungere il picco assoluto verso la sua conclusione: "Bad Hombres", "Work The System" e "The New Slavery" dimostrano ancora una volta l'importanza dei temi sociali nell'animo della band, e la voglia continua di comunicare la disapprovazione nei confronti "dell'evoluzione culturale" nel quale l'umanità si trova oggigiorno.
In un periodo nel quale si dice che la musica abbia perso il suo smalto comunicativo, dove si crede che sia diventato un mero prodotto commerciale, gli storici Sick Of It All tirano fuori le unghie e i denti e dimostrano tutto il contrario, recapitando con grinta il loro messaggio, citando un celebre film americano: "Die Hard-Duri a morire"!