Refused
War Music

2019, Spinefarm Records
Hardcore Punk

Pura rabbia e sentimenti rivoluzionari vengono uniti a strutture semplici e immediate.
Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 19/10/19

Correva il 1998 quando quattro ragazzi svedesi hanno cambiato il mondo dell'hardcore punk, guidati da uno spirito rivoluzionario musicale e sociale che negli anni successivi ha influenzato un numero spropositato di band, proponendo un'alternativa sonora e lirica rispetto al modo in cui si stavano uniformando buona parte delle band sul finire degli anni '90.

 

Sono passati più di 20 anni dalla pubblicazione di "The Shape Of Punk To Come", ma i Refused sono ancora a combattere in prima linea, per far prevalere la loro ideologia. Dopo un lungo silenzio, la band è infatti tornata nel 2015 con "Freedom", tentando di esplorare altre strade sempre con lo stesso spirito. Questa tendenza viene invertita quattro anni dopo, quando vede la luce "War Music", quinto capitolo della carriera del quartetto svedese. Come dichiarato dal batterista David Sandström nella nostra recente intervista, la band è tornata infatti ad un processo di creazione simile a quello che ha prodotto il loro capolavoro, cercando allo stesso tempo più immediatezza nei proprio brani.

 

L'obiettivo dei Refused si può dire raggiunto a metà; se infatti "War Music" contiene dieci brani incendiari, fruibili e intrisi di un rivoluzionario senso di violenza, dall'altra parte non è un album che può sorprendere o aggiungere molto al panorama musicale odierno e alla stessa carriera dei Refused. L'innovazione è infatti quasi totalmente assente, sostituita da circa mezz'ora di urla di ribellione, che però non sono più in grado di portare la stessa ferocia di 20 anni fa, se espresse in questo modo. Dello stesso discorso soffre anche la produzione, fin troppo grezza e sporca, anche considerando il genere di appartenenza del lavoro. Tra i dieci brani martellanti ed uniformi, non mancano spunti interessanti, come quelli offerti dai violoncelli di "Death in Vännäs" o dalla pura rabbia della conclusiva "Economy Of Death", ennesimo manifesto della band contro il capitalismo. La prova della band è lineare e apprezzabile, soprattutto per quanto riguarda la urla in primo piano del carismatico Dennis Lyxzen, che fanno costante e collante per tutta la durata dell'album. Tra gli altri brani migliori si segnalano anche il convincente singolo "Blood Red" e la violenza cieca di "Damaged III".

 

"War Music" è un lavoro apprezzabile, soprattutto per il temperamento e passione dimostrata dalla band, ma non sarà in grado di lasciare il segno. Anche se i tempi di "The Shape Of Punk To Come" sono ben lontani, i Refused continuano a tenere alta la propria bandiera, ribadendo con intensità e carica i proprio sentimenti.





01. REV001
02. Violent Reaction
03. I Wanna Watch The World Burn
04. Blood Red
05. Malfire
06. Turn The Cross
07. Damaged III
08. Death In Vännäs
09. The Infamous Left
10. Economy Of Death

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