Warpaint
Warpaint

2014, Rough Trade
Alternative Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 13/02/14

Capita sovente d'avventurarsi nell'ascolto di nuovi album (magari anche abbastanza attesi e hypati a puntino da chi di dovere) e lasciarsi prendere, dopo giusto qualche nota, dall'euforico pensiero d'aver trovato un potenziale disco dell'anno, pur essendo soltanto a febbraio. Le statistiche vogliono però che in un buon 90% dei casi il tutto si riveli un clamoroso fuoco di paglia, e che l'iniziale entusiasmo si risolva presto nel prendere atto d'essersi trovati al cospetto di un lavoro magari interessante, magari anche sopra la media, ma di certo non destinato a diventare una pietra miliare, né nel medio né nel breve periodo.

Eppure le Warpaint - formazione tutta femminile (non da sempre, però: tra i vari avvicendamenti, spicca un triennio alle chitarre dell'attuale rosso caldo peperoncino Josh Klinghoffer) arrivata al secondo studio album dopo una decina di anni d'attività - nei brani d'apertura del loro LP eponimo paiono incamminarsi a passi decisi verso il colpaccio. A susseguirsi sono piccoli gioielli di indie riflessivo-sentimentale: gli angoli smussati al punto giusto, tra le morbidezze di una "Intro" (che, oltre al titolo, condivide col celebre brano degli XX significative dimostrazioni di strumentale grazia) o nelle delicatezze di una "Love Is To Die"; le voci dissonanti ma ben calibrate, capaci di farsi anche stridenti e struggenti, nelle progressioni a la Gathering di una "Hi", o nei viaggi sognanti di una "Keep It Healthy"; le elettroniche pronte a prendere il controllo della situazione, unendosi ai sempre presenti delay delle chitarre in basi d'evocativa glacialità (lo splendido singolo "Biggy").

Chi prima chi dopo, chi più chi meno, vengono alla mente i Daughter privati delle loro sfumature post, o anche gli Esben And The Witch ripuliti dei loro sanguinosi goticismi. In generale, e lo si scoprirà ben presto nel drammatico tracollo che ha inizio in "Teese", delle due band sopracitate manca la capacità anche soltanto di camuffare una sopraggiunta, totale mancanza d'idee, di fare sembrare almeno vagamente suadenti una serie di lagnosi "da-da-da" ripetuti con tenacia per interi ritornelli, e di aspre vocals sparse sul nulla musicale più assoluto (si ascolti "Disco-Very per farsi un'idea). Manca, soprattutto, qualche indispensabile cambio di passo, la minima varietà che avrebbe reso possibile ascoltare questo "Warpaint" per intero, senza sorprendersi nell'atto di stilare mentalmente un inventario di modi migliori per trascorrere mezz'ora della propria vita.





01. Intro

02. Keep It Healthy

03. Love Is To Die

04. Hi

05. Biggy

06. Teese

07. Disco-Very

08. Go In

09. Feeling Right

10. CC

11. Drive

12. Son

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