Wayward Sons
The Truth Ain’t What It Used To Be

2019, Frontiers Music
Hard Rock

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 16/10/19

Dopo aver stupito critica e pubblico un paio d'anni fa con l'ottimo debutto "Ghost Of Yet To Come", i Wayward Sons, gruppo capitanato dal carismatico singer Toby Jepson (Little Angels, Fastway, Gun), ritornano sulle scene recando sottobraccio un cadeau nuovo di zecca per tutti gli amanti del classico hard rock di matrice anglofila. "The Truth Ain't What It Used To Be" porge una collier di dodici brani intagliati nella roccia di un genere che non sembra soffrire di alcuna data di scadenza quando subisce un adeguato processo di rivitalizzazione, tanto in termini di approccio quanto in fase produttiva: il consueto mix di tradizione e modernità, in questo caso, costituisce qualcosa di più di una semplice locuzione proverbiale.

L'album, percorso in filigrana da una corroborante vena punk, inizia con le chitarre in crescendo à la Screaming Trees di "Any Other Way" che, quasi senza soluzione di continuità, straripano nei fraseggi sporchi e acidi di "As Black As Sin", brano in cui il frontman veste i panni di un febbrile Bon Scott, suo idolo e riferimento artistico. Il debito con i Thin Lizzy appare palese nel singolo "Joke's On You", che trasuda ovunque pura essenza Phil Lynnot, mentre "Little White Lies" possiede una cabarettistica e seducente impronta glam memore di Slade e Sweet Hearts.

La furia si scatena in "Feel Good Hit", un uragano di riff e cori accattivanti capace di sorprendere senza preavviso: la tempesta perfetta prima della calma imposta da "Fade Away", raccolta ballad che sembra intarsiata dalle magiche dita di Brian May. E se "Long Line Of Pretenders" non può fare a meno di ricordare quella "Since You've Been Gone" scritta dal genio di Russ Ballard e resa popolare dai Rainbow, la velenosa "(If Only God) Was Real" rappresenta un concentrato di sarcasmo tipicamente britannico. Nel finale, gli arrangiamenti eclettici della title track, le armonie ruggenti di "Punchline" e il grunge lisergico/bowiano di "Us Against The World" concludono in bellezza un disco tirato e privo di veri punti deboli, con l'eccezione di una scolastica "Have It Your Own Way". 

Il merito maggiore dei Wayward Sons consiste nell'interpretare con personalità un canovaccio che, in mano altrui, rischierebbe continuamente il colpo apoplettico: "The Truth Ain't What It Used To Be", invece, reca impresso il bollino dell'opus di qualità, risultando, allo stesso tempo, avvincente ed energico. E perché no, anche maledettamente familiare.




01. Any Other Way
02. As Black As Sin
03. Joke's On You
04. Little White Lies
05. Feel Good Hit
06. Fade Away
07. Have It Your Own Way
08. Long Line Of Pretenders
09. (If Only) God Was Real
10. The Truth Ain't What It Used To Be
11. Punchline
12. Us Against The World

 

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