White Lies
Friends

2016, BMG
Indie Rock

Punto morto o album di conferma? Friends è il mezzo passo falso di una carriera sulla rampa di decollo, ma che non va ancora in orbita.

 

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 10/11/16

Recensione a cura di Michele Techilao

 

Nei loro primi tre album i White Lies sono riusciti a caratterizzare un proprio stile musicale (accostabile a quello dei contemporanei Editors ed Interpol), che attinge e cerca di svecchiare sonorità tipiche del post punk anni '80, migliorando di volta in volta il risultato finale e raggiungendo un notevole livello con Big TV.

 

Il nuovo lavoro intitolato Friends, invece, sebbene riporti il suddetto stile e si tratti di un disco piacevole da ascoltare, non riesce, evidenziandone comunque l'intenzione, ad essere all'altezza dei precedenti. La caratteristica più evidente di Friends, già abbozzata nel precedente Big Tv, è senz'altro la maggiore luminosità, del suono e in parte anche delle parole, come si può facilmente notare nel singolo trainante Take it out on me. Più di questo però, Friends non riesce a fare, e, preso di per sé, non solo non è in grado di segnare un miglioramento, ma rende persino difficile evitare uno spontaneo accostamento con le precedenti tre fatiche della band.

 

Se To Lose My Life regala singoli di spicco e facile fruizione, Ritual, seppur con un solo singolo di questo tipo, risulta più omogeneo come album, e Big TV riesce, infine, a fondere le qualità dei precedenti in una sola opera, Friends non fa nulla di tutto questo, se non confermare sommessamente lo stile dei tre ragazzi di Ealing e brillare della luce riflessa dal lavoro precedente. Il disco rimane quindi un album non da bocciare, ma privo di quella scintilla che tutti quanti si sarebbero aspettati dopo l'ascolto del singolo promozionale.

 

Punto morto o album di conferma? Domanda inutile dopotutto, perché i White Lies sono ancora giovani e hanno tutte le carte in regola, per cui solo col tempo ci sarà dato sapere.





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