Violation Wound
With Man In Charge

2018, Peaceville Records
Punk

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 28/04/18

Personaggio di certo non estraneo alla galassia del terrore sonico estremo, anzi militante di lungo corso prima nei Death, poi nelle creature di propria fondazione che rispondono al nome di Abscess e soprattutto Autopsy, Chris Reifert nel 2013 imbraccia la chitarra invece di trattenersi dietro le pelli, veste i panni del singer dall'ululato lupesco e decide di dar vita all'abominevole moniker Violation Wound. Ma il nuovo progetto si allontana dalla matrice death/doom delle band nelle quali l'artista è solito sollazzarsi: in "With Man In Charge" il nostro opera per sottrazione, elimina mota e tecnicismi e sceglie quale elemento cardine del sound un punk crudo e volutamente rozzo, inserendo l'ingrediente principale in un grezzo e vivace pattume ove convivono crust, hardcore, metal e rock'n'roll, gradevoli invitati al feroce banchetto.
 
 
Accompagnato dal bassista Joe Orterry e dal drummer Matt O'Connell, entrambi nell'orbita Fog, con Athenar dei Midnight e Dave Hill dei Painted Doll che partecipano come ospiti, il musicista di Concord tesse una ragnatela cacofonica in cui il connubio dialogico degli strumenti raggiunge spericolati livelli di follia, rischiando a volte il parossismo e la perdita del controllo, tuttavia capace di restare miracolosamente in equilibrio entro la soglia tollerabile delle venti piste condensate in trentaquattro minuti. La produzione minimale e priva di orpelli permette ai brani di martellare senza ritegno: l'impressione che l'album appaia una sorta di raccolta di frammenti riuniti in epoche e registrazioni diverse concorre ad accrescere quell'atmosfera di primitivismo anarchico e aggressione caustica tipica del violento underground statunitense della fine degli anni '70.
 
 
Nondimeno, a dispetto del facinoroso conclave rumorista del platter, l'esperienza e l'abilità di Reifert rendono il materiale assimilabile con relativa facilità, attraverso l'accorta disseminazione di piacevoli linee melodiche e brevi riff estremamente accattivanti: dall'altro versante però, in un lotto da consumare al pari di un'unica colata di ferro incandescente, la distinzione netta e precisa tra i pezzi non rappresenta lo scopo ultimo del terzetto. L'intenzione risulta subito chiara: dal cieco assalto di "Vortex" e "Fearmonger" al d-beat di "State Of Alarm", dai battiti incalzanti del double bass di "God's Plan" ai toni minacciosi e ribollenti di "Smoke And Flames", sino alle vampe thrash di "Stalemate Suicide" e ai classici tre accordi al fulmicotone di "Don't Believe It", il gruppo statunitense afferra la giugulare inondando di vetriolo le carni lacerate. Se "Stocking The Fires Of Chaos" presenta un abbrivio doomy e la dissonante "Kicking Tonight VWIII" profuma di whiskey e baldoria, in chiusura il groove schiumante rabbia della title track assume contorni da compendio riassuntivo dell'intero disco.
 
 
Circle Jerks, Discharge e un tocco di Stiff Little Fingers: il frullatore dei Violation Wound conosce a memoria la tradizione, gioca con essa, ne irrobustisce e modernizza la struttura e la rigurgita gioiosamente nei padiglioni auricolari di psicotici avventori. Del resto "it's insane music for insane times by insane people".

 






01. Humanity Burning
02. Vortex
03. Fearmonger
04. Dangerous Idiot
05. Selling Your Soul for Damage Control
06. State Of Alarm
07. Ruining Everything That's In The Way
08. God's Plan
09. Smoke And Flames
10. Stalemate Suicide
11. Unhinged World
12. Destroy The Factory
13. Two Middle Fingers Whiskey And Beer
14. Don't Believe It
15. Stoking The Fires Of Chaos
16. Scratched Out
17. Fuck It Up Dumb It Down
18. Twisted Up Inside
19. Kicked In Tonight VWIII
20. With Man In Charge

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool