Tra tutte le tracce svettano il singolo "Eribus", con quella melodia che si stampa in testa dal primissimo ascolto, la simil-djent "Ophiophagy" dall'andamento singhiozzante e la fluida "Cynical Entity". La tracklist non presenta grossi scivoloni, ma così come è sprovvista di episodi particolarmente negativi è allo stesso modo esente da veri momenti esaltanti, all'infuori di singoli passaggi molto rari.
Globalmente, "Xenocide" rimane un lavoro sin troppo omogeneo, incapace di slanciarsi da una proposta che, concept escluso, rimane davvero poco originale. Lo stesso avviene anche sul versante sonoro: la produzione sarebbe di ottimo livello, se non fosse che il suono della batteria sembra preso direttamente da una libreria di samples metal della Toontrack, direttamente così come viene venduta. L'aderenza forzata a un'estetica sonora ha infatti portato la band a affidarsi allo stesso fonico di missaggio di Whitechapel e The Black Dahlia Murder, partorendo però in ogni caso un risultato efficace ma indubbiamente tiepido, che va ad appiattire ulteriormente un disco già non compositivamente originale e dagli arrangiamenti che troppo spesso viaggiano su binari prestabiliti.
Concludendo, il nuovo album degli Aversions Crown è consigliato ai fan della band australiana e agli adepti più ingordi del deathcore, mentre gli altri potranno tranquillamente glissare l'ascolto.