Ci sono voluti veterani del metalcore come i Caliban per registrare una cover di "Sonne" dei Rammstein e rendersi conto che la loro lingua madre era perfettamente in linea con la loro calibrata collisione di riff granitici e la seducente emergenza vocale di Andreas Dörner. Da tempo i fan invocavano dal quintetto di Essen che - dopo estemporanee incursioni in lingua madre - si decidesse a registrare un album esclusivamente in tedesco: così nasce "Zeitgeister", una selezione ragionata di classici da proporre per la prima volta in teutonica favella, conclusa da un inedito che fotografa la band al culmine del proprio percorso.

Una storia lunga dodici album che, piaccia o meno, hanno fatto la storia del metalcore europeo e proiettato i Caliban, in attività dal lontano 1997, tra gli act più amati e seguiti. Una volta intrapreso il progetto, la band ha scoperto come non sia poi così facile tradurre un brano da una lingua all'altra mantenendone inalterata la resa: "Anche se mi sento più a mio agio con il mio tedesco nativo si è rivelato sorprendentemente complicato", afferma Dörner.

Tra i brani qui reinterpretati - con l'aiuto del navigato produttore Benjamin Richter (Moonspell, Emil Bulls) - i Caliban hanno selezionato sette tracce particolarmente significative. Spiccano l'aggressione di "Herz" (in originale: "I Will Never Let You Down") punteggiata di brividi digitali con le sue aperture, e gli affondi dolorosi di "Intoleranz" ("Intolerance") e "Mein Inferno" ("My Little Secret"). Tra esse anche l'inedito "nICHts" di sicuro impatto ed in linea con l'atmosfera dell full lenght: "È una canzone sull'essere disorientati e senza speranza", afferma Dörner, "sulla depressione e sul sentirsi impotenti, sentimenti che molti di noi possono probabilmente provare in questi giorni".