Big Life
Big Life

2011, AOR Heaven
Melodic Rock

Recensione di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 30/04/11

Il chitarrista e tastierista Steve Newman, nome noto e rispettato nell'ambito del rock melodico e Mark Thompson-Smith, vecchia ugola d'oro dei Praying Mantis, hanno dato vita al nuovissimo progetto Big Life, arruolando il batterista Rob McEwen a completare il terzetto. L'omonimo debutto discografico della formazione britannica mette sul piatto della bilancia diverse cose interessanti, soprattutto se collegate a generi come il melodic rock e l'AOR in cui è già stato ampiamente detto praticamente tutto.

Per dirla in altri termini, se al cliente di un ristorante fai mangiare sempre la stessa pietanza, per quanto buona essa sia, alla lunga si stanca e preferisce altro. “Big Life” invece è una cena ricca e piena di portate diverse e stuzzicanti, dove si susseguono riff azzeccati, figure ritmiche interessanti e melodie accattivanti. Tutto è posto in chiave moderna, ma con un alone costante di “sapore antico”, come un banchetto regale dell'800 riproposto oggi con gli adattamenti del caso. Oltre ai già citati melodic rock e AOR, si trovano diversi elementi puramente hard rock (esempio migliore è l'esplosivo finale di “Close To You”) e persino che richiamano il prog d'annata. I brani lenti sono apprezzabili (“Leaves”, “Stop In Time”, “Deep Water”, “Nothing Without You”) e si sposano a meraviglia con il senso di libertà che trasmette l'artwork dell'album, ma è nelle canzoni più movimentate che i Big Life si esprimono al meglio, denotando capacità tecniche notevoli e una buona ispirazione. Ecco allora che “Dying Day”, “Better Man”, “Calling” (dalle forti tinte orientaleggianti), “Feel Alive”, “At The End Of My Rainbow”, “Takin' Me Down” e “Data” si fanno gradire per la loro grinta e per la cura con cui sono suonate, facendo traspirare anche una classe non così comune. L'unico difetto, se di difetto si può parlare, che si può imputare al disco è forse la lunghezza complessiva (oltre un'ora di musica per i CD odierni non è poco), che può far calare un po' l'attenzione alla distanza.

Quest'ultimo è comunque solo un dettaglio che ai fini pratici poco influisce sulla riuscita dell'album; il debutto dei Big Life convince e lascia una buona impressione del terzetto britannico, il quale ha tutte le carte in regola per poter scrivere pagine interessanti nel futuro della storia del rock melodico e dell'AOR. Buona la prima.



01. Dying Day
02. Close To You
03. Better Man
04. Calling
05. I'll Still Be Here
06. Feel Alive
07. Deep Water
08. At The End Of My Rainbow
09. Leaves
10. Stop In Time
11. Takin' Me Down
12. Nothing Without You
13. Data

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool