Dark Funeral
Where Shadows Forever Reign

2016, Century Media Records
Black Metal

Un richiamo alle origini del black metal. Un ricordo dei sogni di gloria del genere.

Recensione di Laura Gervasini - Pubblicata in data: 04/09/16

I Dark Funeral festeggiano un ritorno trionfale, desiderosi di scatenare la loro energia sul mondo. Dopo alcuni anni di silenzio, la band formata da Blackmoon (RIP) e da Lord Ahriman, tra l'altro unico membro rimasto costante dai tempi della formazione originale (proprio come Infernus in Gorgoroth), sforna “Where Shadows Forever Reign”, sesto album in studio per il gruppo svedese.

 

Con "The Secrets of the Black Arts" datato 1996, i Dark Funeral esordiscono nella scena black metal. L'album diventa immediatamente uno degli atti più importanti della seconda ondata del genere accanto ad altre leggende come Marduk, Emperor e Darkthrone. Ciò è stato possibile anche grazie ai loro temi ricorrenti nei testi, che vengono mantenuti anche nell'ultimo album di cui parleremo a breve: gli argomenti sono tradizionalmente riferiti a satanismo e anti-cristianità, sulla descrizione dell'Inferno e di Satana, sconfinado spesso in scenari apocalittici o semplicemente inneggianti alla violenza e alla perversione.

 

La velocità opprimente, le urla isteriche pronuncianti una sequela infinita di bestemmie, le agghiaccianti melodie sono le caratterizzanti dello stile di questo nuovo lavoro, formato da nove tracce di puro black, furia ed estremità. La prima canzone “Unchain My Soul” è una delle più melodiche dell'album e, nelle successive “As One We Shall Conquer”, “Beast Above Man” e “As I Ascend” i riff di chitarra prendono il sedile posteriore per lasciare campo alla voce di Heljarmadr, il quale cantato scream è molto raschiato, alto che sembra vagamente un urlo di rabbia disperato di sfogo.

Continua con "Temple of Ahriman", dal ritmo molto più solenne e lento, accompagnato dal ride della batteria che trasmette un effetto simile ad una campana, adatto alla composizione. Uno dei pochi growl che il cantante ci dona è in apertura alla traccia “To Carve Another Wound”, postumo ad un ridondante riff di chitarra. Chiude in bellezza "Where Shadows Forever Reign”, title track dell'album, durante la quale è possibile percepire una voce fuori campo che parla, trasportando nell'ascoltatore un senso di inquietudine e di mistero e facendo strada ad un finale non netto, ma scemato.

 

Bisogna certamente dire che i Dark Funeral meritano riconoscimenti per la voglia e la costanza nel rimanere fedeli alla loro visione e al loro modo di produrre, mantenuti fermamente per quasi 25 anni. Anche se non è la formazione originale del gruppo e si ha un po' nostalgia di ciò è comunque un lavoro qualitativamente medio-alto, degno di portare avanti la bandiera dell'old school black metal.





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