Alzi la mano chi va matto per l’AOR e l’Hard Rock di stampo anni ‘80. Ok, allora “Another Night Of Passion” fa decisamente per voi. I teutonici Mad Max tornano sulle scene con riff ruffiani ma accattivanti e ritornelli carichi di cori. L’unica cosa che manca è la cotonatura dei capelli, ma non penso che siano in molti a rimpiangerla.
Chi conosce già il gruppo di Michael Voss avrà sicuramente intuito il richiamo a “Night Of Passion”, indubbiamente il lavoro più significativo e che ha portato i tedeschi ad un buon successo negli anni ’80, e considerando il non esaltante “Welcome America” di qualche anno fa, il ritorno ad un lavoro di una certa qualità effettivamente è palese e confortante. “40 Rock”, “Metal Edge”, “You Decide” hanno quella bella carica che volenti o nolenti coinvolge e fa canticchiare il motivetto portante, ed in generale tutto l’album riserva buone sensazioni, evitando fortunatamente momenti particolarmente noiosi. Tuttavia, se da una parte i Mad Max non cadono in rovinosi episodi, dall’altra parte purtroppo non cavalcano neppure un particolare cavallo di razza che possa risaltare nella (comunque buona) mandria di brani. Neppure l’evocativa e conclusiva “True Blue”, dedicata a Gary Moore e al cantante dei Gotthard Steve Lee, riesce a scatenare quel brivido lungo la schiena capace di incastonarsi poi in testa, anche a causa del suo sfumare frettolosamente.
Quanto detto non deve trarre in inganno: non siamo dinanzi ad un prodotto anonimo, tutt’altro: “Another Night Of Passion” è ben prodotto ed offre un buon AOR. Semplicemente, nell’inevitabile confronto con quella perla che prende il nome di “Night Of Passion”, ne esce inequivocabilmente offuscato. Non pretendete un capolavoro, vogliate solo un buon disco da ascoltare, ed i Mad Max questa volta non vi deluderanno, statene certi.