Lena's Baedream
Self Attack (and all the following facts)

2008, Lost Sounds Records
Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 14/05/09

Nell’affollato panorama dell’alternative rock, c’è solo una strada per uscire vittoriosi e risultare interessanti sin dal debutto discografico: mischiare con sapienza diverse contaminazioni, per creare un sound personale ed accattivante.
Ci riescono in pieno i Parmensi Lena’s Baedream con questo loro “Self Attack”.

Innanzitutto, più che per le derivazioni e contaminazioni del suono, della band ciò che mi ha colpito immediatamente è la voce di Cristian Ferrari: egli possiede la citofonicità di Brian Molko dei Placebo, il falsetto isterico di Matthew Bellamy dei Muse e la carica indie disperata di Albereto Ferrari dei Verdena.
Come potete ben capire, persino dalla voce si parla di un mix impazzito e coinvolgente, in grado di adattarsi ad ogni spettro e sfumatura delle canzoni che compongono questo cd.
E di tutta questa versatilità Cristian ne ha decisamente bisogno, visto che si passa dalla pura energia rock di un rullante di batteria incalzante di “Re-cover Outside” alla strisciante “Ius Primae Noctis”, viscida proprio come la figura che viene a reclamare il losco tributo (ed il carosello elettronico alla fine aumenta il carico di desolazione della canzone).
Nel mezzo, abbiamo la tribalità di “The Parasite” (il pezzo più Placebo del lotto), il violino e l’urlo disperato di “B-612”, la conclusione perfettamente indie di “Saffocate”.

Dispiace davvero vedere il quadro parzialmente rovinato da un paio di pezzi eccessivamente interlocutori, ovvero la scontata “I Love My Son” posta in apertura e l’inconcludenza di “Clever (indiots and haemophiliacs)”.
Il peccato è veniale, oltretutto fisiologico per una band al debutto, tuttavia incide pesantemente in sede di valutazione finale.
Il motivo? Il fatto che l’album sia incredibilmente breve.
Certo, perdersi in inutili prolissità sarebbe stato probabilmente peggio; tuttavia, stemperati con un altro paio di pezzi buoni-ottimi, il difetto si sarebbe disperso da solo in modo molto naturale, portando questo “Self Attack” a livelli di valutazione maggiormente positivi.

Poco male, il talento di questi ragazzi è palpabile, e nonostante quel “7”, io invito davvero tutti gli amanti del rock alternativo all’ascolto di quest’opera: perché quello che i Lena’s Baedream hanno da dire è estremamente interessante.
Aspetto con viva curiosità ed entusiasmo il loro prossimo lavoro discografico.



1.I Love My Son
2.Re-cover Outside
3.The Parasite
4.Ius Primae Noctis
5.Clever (indiots and haemophiliacs)
6.B-612
7.Saffocate (we can only loose)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool