Roxette
Travelling

2012, EMI
Pop Rock

Viaggiando alla velocità della luce, i Roxette ritrovano l'ispirazione e la melodia
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 30/03/12

Diciamocela tutta fuori dai denti: se non fosse stato un ritorno a firma Roxette dopo 10 anni di silenzio, e con la travagliata storia medica alle spalle della splendida Marie Fredriksson, lo scorso “Charm School” non avrebbe potuto per nulla ambire alla sufficienza, poiché inciso dotato di ben poco “charm” quanto, piuttosto, di una trasparenza assoluta. Con questi presupposti, immaginate con che entusiasmo si potrebbe accogliere un disco come “Travelling”, opera che giunge, veloce come la luce, ad un anno di distanza dal precedente parto e, per di più, scritto tutto on the road, sull’onda dell’entusiasmo di un tour million-seller che è stato tale per effetto nostalgia, più che per qualità intrinseche del disco che aveva a supporto.

Bene, non c’è davvero niente di meglio che vedere i propri pregiudizi spazzati via da un lavoro di qualità, caratteristica che aderisce appieno a questo “Travelling”. Non si sa bene che aria stavano respirando Per e Marie durante il loro scorso tour, ma è ovvio che deve essere stata buona, e ricca di ispirazione. Non sono solo le linee melodiche di questi 11 brani (i 4 extra finali non vengono considerati ai fini valutativi dell’opera, in quanto praticamente ininfluenti) ad essere perlopiù convincenti, ma anche questa intuizione, in sede di arrangiamento, di abbracciare il pop flower power dei primi ‘70s, ed incrociarlo con la tipica melodia rock svedese degli ‘80s di cui i Roxette sono tra i maggiori esponenti mondiali.

Nascono, in questo modo, brani con ottoni giocosi e violoncelli scherzosi che elevano i ritornelli (“Me & You & Terry & Julie” e “Lover Lover Lover”), o composizioni dalla chitarra Rolling Stones e dalla tastiera AbbA (“Touched By The Hand Of God”) e derivazioni country con tanto di banjo ed armonica piuttosto interessanti (“Easy Way Out” e “Excuse Me, Sir, Do You Want Me To Check On Your Wife”, brano peraltro dalla struttura più complessa rispetto alla classica linearità del duo); c’è persino spazio, perché no, per canzoni che semplicemente funzionano perché travolgono, e che diamine (“It’s Possible”, classica composizione tutto arrangiamento di efficacia devastante, guarda caso il singolo).

Al netto di ballad scarsamente interessanti, e che rappresentano il vero tallone d’Achille dell’opera (meno che “Turn Of The Tide”, classica eccezione che conferma la regola), “Travelling” è sì il tipico disco a firma Roxette, ma che riporta in gran luce le qualità che, tragicamente, mancavano al suo predecessore, ovvero quella capacità tutta svedese di partorire canzoni che ti si appiccicano addosso, senza particolari voli pindarici di tecnica e fantasia, ma con tanta, sovrabbondante e complice melodia. E tutto questo è ulteriormente notevole se si pensa che l’inciso è nato durante un tour di una band che è stata fondamentalmente a riposo per oltre 10 anni (“Stars”, addirittura, pare essere nata durante un soundcheck).

Quindi, celebrando il ritorno dell’ispirazione in casa Roxette, la stessa ispirazione che ha consentito loro quel minimo di fantasia da elaborare un arrangiamento non fresco ma per il duo assai efficace, possiamo ora davvero dire – e senza riserva alcuna: “Bentornati Roxette, ci siete mancati”.



01. Me & You & Terry & Julie
02. Lover Lover Lover
03. Turn Of The Tide
04. Touched By The Hand Of God
05. Easy Way Out
06. It’s Possible (Version One)
07. Perfect Excuse
08. Excuse Me, Sir, Do You Want Me To Check On Your Wife
09. Angel Passing
10. Stars (Soundcheck, Dubai, May 20 2011)
11. The Weight Of The World
12. She’s Got Nothing On (But The Radio) (Live In Rio De Janeiro, April 16 2011)
13. See Me (New Version)
14. It’s Possible (Version Two)
15. It Must Have Been Love (Night  Of The Proms, Rotterdam 2011)

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