Avete presente quella piacevole sensazione che si avverte quando realizzate che un disco a cui non avreste attribuito alcuna importanza si rivela poi uno dei migliori lavori ascoltati ultimamente? Quel passo in dietro che solo gli stolti non farebbero, un piccolo bagno di umiltà per non dimenticarsi mai di bollare negativamente una proposta a priori, utilizzando come unico deterrente parametri come nazionalità, label ed estrazione musicale. Ebbene Frame The World...Hang It On the Wall mi ha colpito proprio in questo senso, rivelandosi un prodotto di grande qualità nonostante tutte le circostanze "pre-ascolto" remassero contro i Kayser... e ora mi mangio le mani di non avergli dato la giusta attenzione all'Evolution Festival di luglio.
Spice e compagni ci hanno messo molto poco a farmi cambiare idea, presentando in questo secondo full-length un lotto di canzoni che non teme né cali di tono e né confronti con le recenti produzioni in ambito thrash. Un insieme di melodie, assoli ispiratissimi, violenza (ovviamente), groove, vocals di prim'ordine, buonissima padronanza strumentale, fantasia, personalità e una vena compositiva estremamente fresca e coinvolgente, in grado di attraversare trasversalmente diversi stati d'animo, dall'headbanging furioso alla pura commozione. Thrash metal che fa innegabilmente proprie alcune influenze imprescindibili, rielaborandole con un buonissimo gusto personale, inserendo nel tessuto della composizioni gli elementi che avevano caratterizzato l'esordio Kaiserhof con rinnovato vigore, andando a tracciare probabilmente una nuova direzione per il genere.
Strofe irresistibili, refrain immediatamente orecchiabili che prolungano il proprio raggio d'azione per moltissimi ascolti e una grande variabilità per tutti i quarantotto minuti di Frame The World...Hang It On the Wall, sono le carte vincenti di un disco che si arricchisce di un feeling stoner (comunque un trademark dei nostri sin dal debutto) molto interessante e aperture melodiche rock oriented, specialmente in alcuni assoli e fraseggi più melodici. Se l'opener The Cake può trarre inizialmente in inganno nel ritenere di trovarsi di fronte al solito sound robusto ma inflazionato, veniamo subito smentiti dal ritornello e dalla parte solistica che si sviluppano dopo pochi secondi, con un flavour ugualmente malinconico e maledettamente slayeriano. L'impressione di avere tra le mani un grande album viene confermata via via col passare dei brani, tutti (e sottolineo tutti) estremamente competitivi, le veloci Lost In The Mud, Evolution (ottima), la hit Not Dead...Yet sono tracce praticamente ineccepibili, graffianti e profonde, attraverso cui si giunge alla quinta Absence, struggente ed emozionale ai massimi livelli con i suoi nove minuti che scivolano leggeri senza quasi accorgersene. Potrei stare qui a citare qualsiasi altro brano presente nella tracklist di Frame The World...Hang It On the Wall, da Turn To Grey, il brano più breve ma a pelle il più trascinante, alla pacata strumentale Fall, dall'energica Cheap Glue a Everlasting, dal chorus elegantissimo e vibrante, arrivando alla coppia finale composta da Born Into This, con un assalto alla Slayer (molto meglio degli ultimi Slayer) arricchito di un gusto melodico che Araya e soci possono solo sognare -e che a dire il vero non appartiene alla musica della band californiana- e da Jake, altro saggio di bravura arricchito da indovinati inserti tastieristici.
Per quanto mi riguarda una sorpresa graditissima, i Kayser hanno dato vita a un lavoro in cui possono ritrovarsi diversi ascoltatori, riuscendo a esprimere un ampio ventaglio di idee vincenti, unendo il tutto per mezzo di un filo conduttore ben definito fatto di classe e vena creativa. Suoni precisi, bella cover curata da Niklas Sundin dei Dark Tranquillity e un minutaggio corposo tutto da esplorare. Cosa state aspettando... le vecchie glorie possono aspettare, al momento gruppi come i Kayser devono avere la priorità.
Kayser
Frame The World...Hang It On the Wall
2006, Scarlet
Thrash Metal
1. The Cake
2. Lost In The Mud
3. Evolution
4. Not Dead...Yet
5. Absence
6. Turn To Grey
7. Cheap Glue
8. A Note From Your Wicked Son
9. Everlasting
10. Fall
11. Born Into This
12. Jake