Alberto Rigoni
EvoRevolution

2018, AR Music Production
Progressive Rock

Il bassista italiano torna in studio accompagnato da niente meno che Marco Minnemann, per la registrazione di un lavoro decisamente diverso dai precedenti.
Recensione di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 07/06/18

"EvoRevolution" è il sesto album in studio del bassista e compositore italiano Alberto Rigoni, un lavoro che arriva due anni dopo "Bassorama", ma che si caratterizza da subito come qualcosa di assolutamente differente. Le precedenti sonorità electro-pop dalle radici inconfondibilmente funk lasciano, infatti, adesso strada a qualcosa dalla natura più spiccatamente sperimentale, un progetto - tra l'altro - alle cui pelli si è prestato niente meno che uno dei batteristi migliori del panorama mondiale, Marco Minnemann.


La cosa più facile, viste le premesse, è pensare che si tratti di una release ambiziosa e destinata a "pochi eletti"; formalmente si presenta in due tracce, una lunga suite di oltre 30 minuti ed un brano breve, condite da un concept che gioca sulla sottile linea di demarcazione tra evoluzione, involuzione e rivoluzione. Per di più, il tutto è rigorosamente strumentale e costruito esclusivamente su elementi di basso, batteria e sample. Di conseguenza, la differenza è fatta dall'ampia gamma di effettistica e tecnica messe in gioco da Rigoni, che, nei vari layer, fa un uso del basso tale da non fare per nulla rimpiangere l'assenza di una chitarra.


La verità è che, ascoltando il disco, la convinzione di trovarsi davanti ad un "feticcio" esclusivo per bassisti ed appassionati di musica progressiva e sperimentale non può che affievolirsi. Già dando un occhio più attento alla tracklist si nota come i vari movimenti della suite che dà il nome all'album abbiano quasi tutti lunghezze più convenzionali, ad eccezione della conclusiva "Involution". Inoltre, i brani, seppur nella loro evoluzione, mantengono quasi sempre una struttura più o meno definita, legata spesso dai riff, che si fanno talvolta massicci, come in "Revolution", talvolta più onirici, come nel caso di "Desolation". Rigoni non si fa poi mancare nemmeno gli assoli, come quello che accompagna egregiamente l'intro di "Involution".


Dal punto di vista tematico, il concept risulta sempre ben allacciato alla musica, con l'aiuto dei suoni sovraincisi e delle voci registrate, anche se spesso, forse volutamente, il volume di queste ultime è appena udibile, rendendo difficile seguire il filo del discorso. "Evolution" tra i suoi armonici racchiude un monologo riguardante la vita di Darwin, mentre "Revolution" fa uso di suoni come quello dei trapani per accompagnare delle frasi che fanno riferimento alla rivoluzione industriale. I rumori di sottofondo tornano ad essere utilizzati in "Distruction", prima che le note iniziali di "Involution" chiudano il cerchio andando a richiamare l'intro della opener e suggerendo un triste ripetersi della storia: dall'evoluzione all'involuzione, passando per rivoluzioni, illusioni e distruzioni.


Nonostante ciò, la via d'uscita c'è e si chiama "Back To Life", un brano dal titolo e dal mood nettamente differenti, che ci lascia così intuire perché si trovi separato dagli altri.


"EvoRevolution", in conclusione, è un album che a dispetto delle apparenze si dimostra molto godibile e abbastanza facile da seguire, fornendo materiale in abbondanza sia dal punto di vista della sperimentazione e delle evoluzioni progressive, sia da quello degli elementi melodici più immediati, e non nascondendo strizzate d'occhio ad influenze classiche che non fanno mai dispiacere (Genesis e Pink Floyd su tutti). Sicuramente servono diversi ascolti per cogliere ogni aspetto delle trame tessute sia da Rigoni che da uno straordinario Minnemann, ma al contempo ogni pezzo ha qualcosa in grado di attirare l'attenzione fin dal primo momento.





01. EvoRevolution

      I. Evolution
     II. Revolution
    III. Illusion
     IV. Desolation
      V. Destruction
    VI. Involution

 

02. Back To Life

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