Si respira parecchio disagio, tra le atmosfere asfittiche di "Al mattino torni sempre indietro": lo si sente, tra quelle atmosfere opprimenti, guidate da tremebonde plettrate su bassi ribassati e chitarre in accennato overdrive, tra quelle energiche declamazioni e stentorie e ossessionate preghiere. Ed è un disco (il secondo in carriera) che a tratti funziona bene, quello dei Clamidia; lo fa in particolare nei suoi momenti più distesi, più pensosi. Sul comunicativo post di "Assalti ai muri", sulle ballate "Fondazione Nuovo Sentiero" (qui particolarmente riuscito il prolungato bridge di chitarre) o "La Sposa suicida", quel che viene offerto è infatti un dark alternative solido, ottimo studente delle lezioni impartite tanto dalla scena underground nostrana (intellettualismi alla Marlene Kuntz dietro parecchi angoli) quanto da quella internazionale (si sentono le tetraggini dei Tool).
Va però ben peggio in diversi altri frangenti, dove tra testi non sempre eccelsi (i fin troppo ermetici "Visioni lontane in cupe stanze, Giuda in basso" che aprono l'album, giusto per fare un esempio) si finisce spesso per lanciarsi in accaniti e acromatici salmi, a metà strada tra il desolato e l'incarognito. E' questo il peccato mortale di un disco nella cui tracklist nessun brano, preso singolarmente, è in fondo così malvagio: il mantenersi fin troppo immobile sulle sue coordinate, lo scorrere lentamente, troppo lentamente, senza vitali e auspicabili scossoni, in un confortevole limbo di triste grigiore. Senza saper graffiare con sufficiente energia nei momenti di maggior rabbia, e senza far commuovere quanto dovrebbe in quelli più drammatici.
Clamidia
Al Mattino Torni Sempre Indietro
2015, Autoproduzione
Alternative Rock
01. La croce
02. Spazi pubblici per scambisti
03. Fondazione Nuovo Sentiero
04. Ulisse
05. Sotto il diluvio
06. Le controfigure
07. La sposa suicida
08. Assalti ai muri
09. L'agguato
10. Redenzione e grazia