Il secondo pezzo "The Throne of Agony", è uno dei capolavori del disco, un inno nichilista, in cui la voce graffiata e sensuale di Thirlwell si lascia andare ad un testo che oscilla tra erotismo e autolesionismo, giochi di parole e vittimismo, arrivando ad addossarsi ironicamente la morte di Cass Elliot, meglio conosciuta come Mama Cass, la cantante dei Mamas and the Papas scomparsa prematuramente nel 1974. "Nail", come molti altri dischi del suo autore, avrebbe tutte le carte in regola per essere un disco famoso su larga scala, riservato indubbiamente ad un pubblico intellettuale, ricercato, amante del gotico e delle sperimentazioni, ma Foetus sembra aver cercato di scappare continuamente di fronte al successo; basta pensare al fatto che nel corso della sua carriera ha cambiato spesso e volentieri pseudonimo, confondendo anche i suoi fan più tenaci. All'interno di "Nail" è infatti contenuta "Descend to Inferno", una canzone che Foetus ha eseguito durante una trasmissione televisiva presentandosi come Clint Ruin; la performance si trova facilmente su YouTube ed è probabile abbia influenzato, come l'intero disco, artisti che all'inizio degli anni novanta, sulla scia del successo dei Nine Inch Nails, avrebbero attinto a piene mani dall'industrial rock degli anni ottanta, per portare il genere alle masse.
Il più famoso su tutti in questo senso è stato Marilyn Manson che con Thirlwell ha in comune l'amicizia con Anton LaVey, il fondatore della Chiesa di Satana ed autore de "La Bibbia Satanica", un testo che inneggia soprattutto alla riscoperta delle proprie potenzialità interiori ed in cui Satana è un personaggio allegorico che si contrappone alle contraddizioni e le ipocrisie insite nelle religioni e nella società. Tornando al disco, Foetus stuzzica, con citazioni colte che spaziano dalla letteratura al teatro, seducendo l'ascoltatore per poi spiazzarlo, come nel terzo brano, che altro non è che una breve accozzaglia di suoni che sembrano colpire all'improvviso ed il cui titolo è un semplice punto esclamativo. Con "Pigswill" si torna ad una forma canzone vera e propria ma restano la violenza, l'originalità e la provocazione: scandendo le lettere, una alla volta, come per sottolineare il concetto, Foetus inneggia alla distruzione.
Dopo la già citata "Discent Into The Inferno", un brano che, come da titolo, trascina in una spirale discendente, nebbiosa e sensuale, veniamo condotti dallo "sterminatore" con "Enter The Exterminator", il primo brano del lato B. Qui Thirlwell non canta, ma sussurra il testo per tutto il tempo, tra strani rumori disturbanti, che conducono ad un finale che assomiglia ad una cantilena. In "DI-1-9026" Foetus torna a cantare a piena voce, in un brano originale se lo si confronta ad altri autori, ma che ci sembra quasi convenzionale e rassicurante, in mezzo a tutta questa follia musicale. Segue "The Overture From Pigdom Come" che prorompe con la sua pomposità da brano da orchestra, riprendendo le melodie della canzone di apertura del disco. "Private War" è un ritorno ai rumori, che occupano tutto lo spazio non concesso alle parole fino ad "Anything (Viva!)" dove Thirlwell esordisce con il verso "Fee Fi Fo Fum", l'equivalente dell'italiano "Ucci ucci, sento odor di cristianucci".
La frase ricorre ripetutamente nella canzone, trascinando l'ascoltatore fino al punto in cui melodia e testo esplodono all'unisono in un elogio auto celebrativo, accompagnato da sonorità a metà tra la musica sinfonica e quella che immaginereste di ascoltare all'inferno. Foetus conclude un disco, di cui è unico autore, produttore e performer, cantando, senza un briciolo di umiltà "I can do any goddamn thing I want, I can do anything, anything", e non si fa fatica a credergli.