Kee Marcello
Scaling up

2016, Frontiers Records
Hard rock

"Sai, mi capita di parlare con grandi nomi che hanno fatto la storia del rock quotidianamente, e tutti sembrano emanare questa sensazione di decadenza e declino perchè hanno vissuto i fasti del passato. E' come se tutti fossero già concentrati sulla pensione, sul farsi le vacanze e andare a rilassarsi... io non ci penso nemmeno lontanamente! Io sono in pieno fermento creativo, ho voglia di fare, di scalare la vetta del successo!" Ecco perchè il titolo "Scaling up".
Recensione di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 08/11/16

Kee Marcello, guitar hero e membro degli Europe dal 1986 al 1992, pubblica in questi giorni per Frontiers Records il suo nuovo album solista, "Scaling Up".

La track list, fatta di pezzi che esplorano ogni sfumatura dell’ hard rock con una chitarra accattivante e di classe ma mai eccessiva, ripercorre la sua vita e le sue esperienze, come lui stesso ha ammesso in una recente intervista ai nostri microfoni, con un tono autobiografico. Lo stesso titolo racchiude tutto lo spirito intraprendente e competitivo di Marcello, che non ha nessuna intenzione di uscire presto di scena.

Degni di nota “On the Radio”, pezzo iper radiofonico e molto AOR; "Wild Child" che vede la collaborazione alle tastiere del nostro Michele Luppi,  e "Don't Know How to Love No More" che sono due pezzi originariamente scritti per "Prisoners in Paradise" degli Europe, che non riuscirono a guadagnarsi la presenza nella tracklist dello storico album (rimandiamo sempre alle dichiarazioni dello stesso Marcello per i dettagli dietro a questa scelta). "Finger on the Trigger" è uno struggente capolavoro di lyrics e di intenzioni, come lui stesso ha ammesso, una sorta di inno alla vita per chi si è trovato almeno una volta a ponderare il suicidio. Ci sono poi tracce assolutamente godibili per gli amanti dell' hard rock più classico come "Fix Me", "Blow By Blow" e "Soldier Down". Un album dalle sfaccettature interessanti e mai banale, con toni a tratti dark e intensi, a tratti più scanzonati e ammiccanti. Melodie calde, un bel songwriting, un'ottima produzione e un mixaggio di gran qualità (Tobias Lindell), musicisti straordinari (segnaliamo anche Mattias Eklundh – guitar solo su "Good Men Gone Bad") e una contaminazione stilistica che racchiude tutte le esperienze che hanno costellato la sua lunga carriera. 





01. Black Hole Star
02. On The Radio
03. Don't Miss You Much
04. Fix Me
05. Wild Child
06. Finger On The Trigger
07. Soldier Down
08. Scandinavia
09. Good Men Gone Bad
10. Scaling Up
11. Don't Know How To Love No More
12. Blow By Blow

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool