Follow the White Pony: 12 curiosità sul capolavoro dei Deftones
Nel giorno in cui “White Pony” festeggia 20 anni, ecco una serie di aneddoti e curiosità su uno dei capolavori del nuovo millennio


Articolo a cura di SpazioRock - Pubblicata in data: 20/06/20

Articolo a cura di Dario Fabbri, Ludovica Iorio e Mattia Schiavone

 

Un titolo enigmatico

 

"White Pony" è conosciuto per essere un album affascinante, enigmatico e dalle mille sfaccettature. Queste caratteristiche si specchiano nel titolo dal significato ambiguo, che, dopo tutti questi anni, non è ancora stato chiaramente interpretato né spiegato, neanche dalla band stessa. A questo proposito, Chino ha affermato: "Certamente, la prima cosa che viene in mente pensando al titolo è la cocaina. Ma c'è molto di più, ci sono altre interpretazioni. Alcuni dicono che se sogni un pony bianco, allora poi farai un sogno erotico." Un titolo e tante interpretazioni che quindi si legano alla perfezione non solo con il contenuto dell'album, ma anche con bui risvolti successivi. Alcuni membri del gruppo cadranno infatti proprio nel tunnel della cocaina, minando anche il loro rapporto e portando a diversi problemi negli anni della realizzazione del self-titled. Considerato il livello di tutte le pubblicazioni avvenute da allora fino ad oggi, non possiamo che essere entusiasti di come la band sia stata in grado di rimettersi in pista in pochi anni.

 

La questione del produttore

 

Nonostante i Deftones fossero davvero soddisfatti del lavoro svolto dal produttore dei loro primi due album ("Adrenaline" e "Around The Fur"), il gruppo ha pensato a lungo di sceglierne uno diverso da Terry Date per la realizzazione di "White Pony". Durante un'intervista del 2000 ai microfoni di Launch, Chino Moreno ha spiegato il motivo di questa riflessione: la band voleva realizzare un esperimento, cioè contattare un produttore che non avesse mai lavorato a un album metal o a qualcosa di così pesante, per vedere che canzoni sarebbero venute fuori dall'unione tra una band come la loro e un produttore che non aveva mai fatto qualcosa di simile prima. Alla fine, però, la band californiana ha deciso di continuare a lavorare con Date e i membri hanno ammesso che era lui l'uomo giusto per realizzare quel disco. Inoltre, i Deftones si sono resi conto che, per evolversi e maturare, il cambiamento doveva avvenire all'interno della band e non dall'esterno. La collaborazione tra il gruppo e Terry Date per realizzare "White Pony" e gli altri dischi andò così bene che recentemente i componenti hanno deciso di richiamarlo per il nuovo album in uscita quest'anno.

 

La svolta di una carriera

 

Il tastierista Frank Delgado aveva contribuito, seppur in piccolissima parte, alla riuscita dei primi due album "Adrenaline" e "Around The Fur", ma non ancora in veste di membro ufficiale della band. Con "White Pony" entra nella formazione a tutti gli effetti, introducendo nuove sonorità e contribuendo a delineare maggiormente quella inebriante dimensione onirica che già avevamo potuto ammirare in rare tracce come "Mascara", ma che diventerà, da quel momento in avanti, uno dei marchi di fabbrica del quintetto di Sacramento. Altro punto di svolta è quello che vede il cantante imbracciare la chitarra per la prima volta, dando un sostegno ritmico agli imponenti riff del solista. E "Change (In The House Of Flies)" non può che incarnare la pietra d'angolo di tutto questo, oltre che essere il risultato di un globale lavoro di squadra (cosa non scontata, visti all'epoca i noti numerosi screzi tra Carpenter e Moreno). Così il frontman ricorda quel processo compositivo: "Change è una di quelle canzone di carattere che abbiamo scritto tutti assieme. E' iniziata con me e Steph alla chitarra, a cui si sono poi aggiunte le tastiere di Frank. Subito dopo sono entrati gli altri. Nessuno ha detto all'altro cosa fare, è venuto tutto naturale. È stato questo il momento in cui ci siamo resi conto che piano piano il pezzo stava venendo fuori."

 

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La collaborazione con Maynard

 

Tra gli highlight dell'album si inserisce senza dubbio "Passenger", pezzo diventato iconico grazie anche alla presenza di Maynard James Keenan. Ma la collaborazione con il cantante dei Tool non era nei piani dei Deftones inizialmente. La band voleva infatti evitare di avere in mostra nomi di altri grandi artisti nel proprio album, ma dopo un periodo di titubanza decisero di concedersi la possibilità di lavorare con un musicista che tutti ammiravano molto e con cui Chino era già in contatto. Secondo quanto raccontato dalla band, Maynard buttò giù le idee per la canzone e il testo in pochissimo tempo e tutti si resero conto che era proprio quello il modo in cui il brano funzionava meglio. Oltre a ciò, Delgado e Cunnningham ricordano con simpatia la presenza in studio del cantante: "Si era presentato con bottiglie di champagne e delle campane tibetane, che continuava a suonare mentre eravamo in studio. Ma ha un'etica del lavoro incredibile." Moreno, di recente, ha raccontato con affetto quei momenti, affermando però che quasi sicuramente non ci saranno altre collaborazioni con Keenan: "È come per i film. Un sequel non è mai bello come il precedente."

 

Prima il piacere, poi il dovere

 

Certe passioni di ragazzi non tramontano, neanche col sopraggiungere dell'età adulta: lo skate, hobby condiviso e praticato specialmente da Moreno, Cunningham e Carpenter e che li aveva fatti avvicinare nell'adolescenza, si ripresentava, durante le registrazioni di "White Pony", nelle vesti di un coinvolgente videogioco, creando nei nostri una sorta di dipendenza, tale da costituire una seria minaccia al proseguio dei lavori. "Giuro, capitava che andassimo in studio di giorno e giocassimo a quel Tony Hawk's Pro Skater fino alle tre della mattina successiva. Ogni tanto il nostro produttore Terry Date doveva uscire dallo studio e venirci a chiamare", ammette Chino. Alla fine (per fortuna) il senso del dovere ha avuto la meglio.

 

Un sogno trasformato in musica

 

"Digital Bath" è una delle canzone più note e apprezzate di "White Pony". Si tratta di una sorta di ballad à la Deftones: un pezzo cupo, enigmatico ed estremamente intenso dal punto di vista emotivo, impreziosito da una prestazione vocale da brividi di Moreno. Se si parla di "Digital Bath" è inevitabile menzionare il leader dei Deftones: la canzone nasce proprio dalla mente di Moreno, in particolare da un sogno di quest'ultimo in cui vede una ragazza rimanere folgorata in una vasca da bagno. In sintesi, "Digital Bath" è la pura descrizione di una scena svolta totalmente nella testa di Moreno, destinata a finire in tragedia e accompagnata da atmosfere decadenti e surreali, atte ad esprimere con maggiore efficacia la dimensione onirica delle azioni narrate.

 

"Teenager", un amore adolescenziale



 

È un sentimento acerbo, carico di speranze, che si scontra col dolore di non poter essere ricambiato quello descritto in "Teenager": una ballad che si discosta a livello tematico dalle restanti tracce del lotto in quanto non segue il filone della narrazione di storie, ma la cui ispirazione deriva da un'esperienza personale del cantante. "Avevo scritto questo testo quando avevo 15 anni" ricorda Chino "e vivevo in Arizona coi miei nonni. Parla sostanzialmente del mio primo e unico vero appuntamento. So che può suonare banale, ma era la prima volta che avevo il cuore spezzato".
 Anche musicalmente, a differenza delle salde architetture sonore, la base è il semplice sviluppo di un campionamento in stile trip hop, con l'aggiunta di una linea di chitarra acustica, scratching e influenze glitch, dell'amico DJ Crook, collega di Moreno nel neo progetto Team Sleep a cui la traccia in origine doveva essere destinata.


 

Il ruolo di Scott Weiland

 

Se in "Passenger" è stata riconosciuta la collaborazione con Maynard James Keenan, non si può fare lo stesso discorso per "Rx Queen": nella quinta canzone del disco (se si conta anche il singolo "Back To School") è presente anche la voce di Scott Weiland. Tuttavia lo storico frontman degli Stone Temple Pilots non ha ricevuto i crediti per la sua partecipazione al brano. La voce di Weiland, anche se non è facilmente riconoscibile, si può udire durante il bridge della canzone. Pur non avendo citato la collaborazione con il cantante, in un'intervista Chino Moreno ha ammesso di aver lavorato con Weiland alle parti vocali del bridge della canzone, in quanto aveva trovato un'armonia che piaceva molto ai componenti della band di Sacramento. Quindi, più che di un vero e proprio featuring, si tratta per lo più di un contributo da parte dell'ex frontman dei Stone Temple Pilots nel comporre una parte del brano.

 

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La casa infestata

 

Un aneddoto piuttosto divertente sulla realizzazione di "White Pony", riguarda l'alloggio della band vicino ai Larrabee Sound Studios, che a detta di Moreno sarebbe stata infestata. Il cantante dopo alcune strane esperienze condivise con il batterista e con altri musicisti che avevano alloggiato nella stessa casa in precedenza, ha deciso di abbandonarla perché troppo spaventato: "Una volta ero sdraiato a letto, mi ero appena svegliato e ho notato qualcosa in un angolo che galleggiava nell'aria. Ho pensato che fosse uno scherzo della mia immaginazione, quindi ho chiuso gli occhi, ma quando li ho riaperti era ancora lì. Anche Abe mi ha raccontato cose simili, era spaventoso!" Chissà se alcune di queste esperienze paranormali hanno influenzato anche qualche canzone dell'album...

 

Una canzone indesiderata

 

La versione originale di "White Pony" conteneva 11 brani, da "Feiticeira" a "Pink Maggit", ma l'etichetta discografica della band, la Maverick Recording Company, riteneva che all'interno dell'album non ci fosse un singolo valido per scalare le classifiche. La Maverick, allora, decise di stampare una riedizione del disco che prevedeva "Back To School" come traccia d'apertura: si tratta di una canzone scritta in un giorno dalla band, sulla base del ritornello della conclusiva "Pink Maggit", per cui i ritornelli  delle due canzoni sono assolutamente identici. Le differenze tra le due canzoni sono date dal fatto che "Back To School" è più ritmata rispetto a "Pink Maggit" e dalla presenza del rapping nelle strofe, avvicinandosi molto al nu-metal che stava spopolando all'epoca. In ogni caso, la decisione dell'etichetta non andò affatto giù alla band di Sacramento, che non solo decise di andare contro la Maverick e di non riconoscere la riedizione dell'album, ma anche criticando pubblicamente più volte questa scelta. A protestare particolarmente fu Chino Moreno: secondo il frontman, oltre ad essere migliore, la prima edizione esprimeva in modo più efficace i sentimenti che la band voleva trasmettere con questo album. Per concludere, "Back To School" non risultò nemmeno essere il singolo estratto da "White Pony" ad aver riscosso maggior successo, visto che "Change (In The House Of Flies)" è tutt'ora la canzone più nota dei Deftones.

 

Un premio inaspettato

 

Oltre a godere di un successo senza precedenti e del plauso unanime di pubblico e critica, "White Pony" ha ricevuto anche diverse certificazioni e premi, tra i quali ricordiamo, nel 2001, il Grammy Award per la miglior canzone metal. Il premio è assegnato a "Elite", probabilmente il brano più aggressivo dell'album, che, grazie ai lancinanti scream di Moreno e ai riff abrasivi di Carpenter, è stata in grado di imporsi nonostante la concorrenza spietata di band del calibro di Iron Maiden, Slipknot, Pantera e Marylin Manson. Di recente, il batterista Abe Cunningham ci ha ricordato quella serata con queste parole: "È stato davvero un onore ricevere questo premio, ancora adesso ho ricordi bellissimi di quella serata. Per noi era già un successo il fatto di essere stati nominati e di essere lì quella sera, non ci aspettavamo minimamente di vincere. Ricordo che eravamo seduti su una balconata, lontanissimo dal palco e quando hanno annunciato il nostro nome abbiamo dovuto correre, nonostante fossimo increduli. Ci abbiamo messo così tanto ad arrivare lì che ci hanno dato il premio in fretta e non abbiamo fatto neanche in tempo a festeggiare sul palco."

 

Musica ad alta quota

 

Per la serie MTV "Music In High Places", i Deftones realizzarono un film-concerto, in seguito distribuito in formato DVD, girato sulle isole Hawaii, inframmezzato di momenti turistici e di approfondimento della cultura locale, nonché di spezzoni di interviste alla band. Tra le intime esibizioni in acustico, passando da spiagge paradisiache a scoscesi terreni di origine vulcanica e rimpiazzando batteria e turntable con alcuni strumenti locali, vi è quella della bonus track "The Boys' Republic", traccia inserita esclusivamente nella versione "Limited Edition" del cavallino bianco con copertina rossa o nera.




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