Matthew Lee: dieci dita per tenere Rock & Classica per mano in perfetta armonia
"PianoMan" nuovo disco del virtuoso degli 88 tasti è disponibile in versione digitale


Articolo a cura di Ilaria Pia - Pubblicata in data: 11/12/18

"Essere d'altri tempi non significa rimanere ancorato al passato, ma semplicemente recuperare valori importanti, che forse stavamo rischiando di perdere, il tutto però rivisto in una chiave attuale, non "un'operazione nostalgia", ma un qualcosa che spero possa essere percepito come una novità". [Matthew Lee]



Non lasciatevi ingannare dal nome: Piano Man, è un talento tricolore. Matthew Lee è infatti il nome d'arte di Matteo Orizi, un vero virtuoso degli 88 tasti, con il rock'n roll nel sangue e nelle dita. Il futuro pianista nasce a Pesaro nel 1982, di formazione classica, a 17 anni viene sbattuto fuori dal conservatorio poiché il suo stile estroso e la sua voglia di "rockeggiare" non trovano il giusto spazio nel mondo accademico. Grazie all'influenza del padre, anch'egli musicista, si avvicina al mondo del rock'n roll e inizia ad esibirsi nei primi concerti. Un percorso il suo intrapreso da ragazzino, quasi per gioco, spinto dalla voglia di far musica divertendosi che, "un passo alla volta", lo ha portato dalle prime performance, nelle feste di paese, fin su palchi di rilevanza internazionale quali quello del "Lion Hampton Jazz Club" di Parigi o del Cincinnati blues festival (Ohio).

 

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Cruciale per la sua carriera è il fortunato incontro e la collaborazione con i Nomadi che produrranno il suo primo album. Con più di 1000 concerti sulle spalle, dopo la partecipazione a diversi dei più importanti festival blues, è con il brano "E' tempo d'altri tempi" (primo singolo del suo quarto album) che, nel 2015, vince il Coca Cola Summer Festival, sezione giovani. Grazie alle apparizioni in TV, alla popolarità delle sue performance sul web e alla sua intensa attività concertistica, Matthew Lee cresce, sia in Italia che all'estero. Così, nel 2017 arriva il contratto con Universal e la realizzazione del nuovo capitolo della sua avventura discografica che, a giudicare dal clima presente in sala durante la conferenza stampa a cui abbiamo partecipato, sembra essere la prima svolta di una lunga serie di meritati successi.


Dunque, cosa aspettarsi stavolta da "PianoMan"?


Come lo stesso Matthew ha affermato "Fare un disco di rock n'roll nel 2018 è complicato". Il rischio di cadere in vecchi schemi è forte. Ma questo suo nuovo lavoro non si limita al rock n'roll. L'album è infatti estremamente eterogeneo, concilia musica classica, pop e rock n'roll, i tre generi che meglio rappresentano l'autore. Con "PianoMan", infatti, Matthew si racconta: le tracce di produzione personale sono affiancate da cover di autori che lui ama e che lo ispirano: artisti moderni (Bruno Mars, Nancy Sinatra, George Harrison) e classici (Rossini e Kurt Weill).

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Un insieme di brani racchiusi sì in un disco ma dalla resa live ancora migliore. È infatti con una pregevole esibizione live che Matteo si presenta in sala, ancor prima dell'effettivo inizio della conferenza stampa. Non è un mistero che il musicista prediliga l'esibizione dal vivo, da lui definita "l'essenza di cui vive il musicista". Non ci sono dubbi, Matthew Lee è un uomo da palcoscenico: la sua personalità solare, i suoi ritmi coinvolgenti, le capacità pianistiche, le sue mani che corrono lungo la tastiera e la naturalezza con cui si approccia allo strumento rendono le sue performance un'esperienza unica. Assistendovi è impossibile non essere colti dalla voglia di mettersi a ballare.




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