La città eterna accoglie i resti mortali dei Pink Floyd
Dopo il successo di Londra, sbarca a Roma la monumentale mostra "Pink Floyd Exihibition: Their Mortal Remains"


Articolo a cura di Davide Iannuzzi - Pubblicata in data: 18/01/18

Cinquant'anni di pura leggenda affastellati in un percorso espositivo tra i più impattanti che la storia del rock potrà mai ricordare. I Pink Floyd raccontano i loro stessi resti mortali nella monumentale mostra "The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains" che si sposta nella Capitale - dopo i successi raccolti al Vittoria and Albert Museum di Londra nei passati mesi con oltre 400.000 visitatori - per stanziare in essa dal 19 gennaio al 1 luglio 2018 al Macro Museo d'Arte contemporanea di Via Nizza, ex birrificio divenuto ormai da qualche anno modello di architettura post moderna e polifunzionale. In oltre mezzo secolo di storia la band si è sempre distinta avendo unito vari comparti della comunicazione artistica fino a rendersi crocevia di flussi di tendenze dove la musica può incontrare il Cinema, il Teatro e la Letteratura creando un'entità unica, forse proprio quel ‘diamante pazzo' pluricelebrato dalle molteplici e indefinibili sfaccettature.

 

1511966269575 

E' stata certamente questa potente alchimia la chiave di volta di un successo capace di andare oltre i confini generazionali e far breccia nei cuori di una variegata umanità che continua a cogliere nel rock quel sottile fascino della stimolazione multi sensoriale che i Pink Floyd sanno istigare attraverso la fruizione della loro musica. Ma anche questa forma di iper modernismo ha una memoria da tutelare, da non disperdere ora più che mai dove l'era dello streaming ha cannibalizzato la cultura del disco, quel compiaciuto senso della proprietà del supporto audio ormai consegnato alla memoria storica come oggetto feticcio per inguaribili nostalgici. Era giunto il momento di chiamare a raccolta le ceneri iconografiche di questa memoria per farle rivivere in una sintesi spazio/temporale fatta di abbandoni onirici e coinvolgimenti di epidermica sensazione, tra sogni di fuga e claustrofobici incubi accarezzando l'inquieta bellezza della pura astrazione. Ideata da Storm Thorgerson e sviluppata da Aubrey Powell e con la speciale consulenza di Nick Mason "The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains" è un percorso inedito ed esclusivo, una retrospettiva visiva epocale nel mondo floydiano per posare l'occhio sul ‘dettaglio' della cinquantennale vicenda artistica fino ad ora vissuta nella globalità di uno sguardo attento ma panoramico. L'esposizione comprende circa 350 oggetti mai prima svelati supportati da didascalie e racconti audio in cuffia che si innescano per geo localizzazione del visitatore rispetto al contesto osservato. Icone di pop art che sembrano sfidare l'egemonia di Andy Warhol, dal maestro di scuola intransigente di "The Wall" ideato da Gerald Scarfe alla mucca frisona di "Atom Heart Mother", dal maiale rosa di "Animals" al prisma rotante di "The Dark Side Of The Moon". Poi ci sono gli strumenti musicali, cimeli ingialliti dal tempo e pregni di storia ancora viva. Rigorosamente cronologico il percorso accompagna il visitatore partendo dalla conoscenza dell'albero genealogico dei Pink Floyd, le formazioni precedenti in cui si sono evoluti fino ad approdare alla definitiva line up, senza trascurare i particolari che segnano il passaggio dagli ambienti underground a quelli mainstream.

 

dr4xpihwsaauhma

 

Mixer, pedaliere, appunti e scalette di brani e storiche locandine fino al Performance Zone spazio audiovisivo per rivivere l'ultima esibizione dei 4 al Live 8, mixata con la tecnologia audio Ambeo 3D della Sennaiser. Nella conferenza stampa tenutasi il 16 gennaio, presenti al cospetto della Sindaca Virginia Raggi erano Nick Mason e Roger Waters, ovvero la continuità storica e l'abbandono. Mason è tutt'ora l'unico a vantare la massima presenza nell'intero ciclo vitale dei Pink Floyd sia nelle produzioni di studio che in quelle live mentre Waters rappresenta l'interruzione, la mente vulcanica che per le note vicende legali del 1986 abbandonò il progetto di cui fu egli stesso fautore assieme all'amico Syd Barrett, segnando uno spartiacque nelle poche e successive produzioni della band. Le dichiarazioni del bassista di Cambridge ‘ideologo'ed ex leader - presto in Italia per una serie di concerti tra Milano, Lucca e Roma con il suo Us And Them tour - hanno spostato l'attenzione sull'asse dei temi sociali contemporanei, le sanguinose vicende di Ecuador e Palestina accompagnati dall'invito ad una maggior presa di coscienza collettiva. Che sia il segno di una costante maturazione dell'uomo proiettato al futuro o l'esigenza di un distacco dal passato mai completamente compiuto è pur sempre meglio della totale apatia al progetto esternata dal silenzio e dall'assenteismo di David Gilmour. Resta Nick Mason l'aziendalista, l'ultimo baluardo di una storia troppo grande per potersi sgretolare negli agenti corrosivi del tempo e delle guerre personali intestine. E' lui la vera anima di questa mostra che forse chiude i ponti con il passato e silenziosamente traccia un solco prospettico verso il futuro. In fondo i Pink Floyd non hanno creato una moda, hanno espresso una spontanea esternazione di un complesso e sottile feeling umano. Una forma espressiva che non si emula facilmente perché ancorata alla causa stessa che l'ha prodotta perché vive di massima autenticità. E la loro vera eredità forse non risiede nel senso del culto e della consacrazione ma nel potere del metodo, con i suoi criteri applicativi, quell'infinito gusto per la sperimentazione che ci hanno tramandato e che conserva il valore di un marchio indelebile. Laconico commiato e nuovo punto di partenza. Anche in queste poche consapevolezze risiede eterno il valore aggiunto dei resti mortali.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool