Foreigner, Toto e, specialmente, Journey: "When The Heartache Has Gone", "Price To Pay" e la title track, benché attigue al gusto contemporaneo e tonificate da un tocco à la Whitesnake, sembrano tratte di peso da "Trial By Fire", l'ultimo lavoro dei californiani con Steve Perry al microfono. Eppure non c'è trucco né inganno nel sicuro songwriting del disco: che si tratti di omaggiare Randy Jackson ("Coming Home"), o costruire perle di lucentissimo AOR ("Closer"), o, ancora, preparare un dolce elisir a base di synth e pianoforte ("Eyes Of A Child"), i nostri riescono a imbastire un lotto fresco e godibile. Anche grazie alla presenza dietro le quinte di Alessandro Del Vecchio, a tutti gli effetti quarto membro della band e abile stratego della sezione tastiere.
Nessun coup de théâtre da parte dei Revolution Saints: "Rise" conferma come la bontà di un progetto risieda nell'offrire un prodotto tradizionale e genuino rielaborato con verve e competenza. Senza inutili giri di parole.