Roger Waters. The Wall
Il film evento dedicato al monumentale tour sold out di "The Wall"


Articolo a cura di Stefano Risso - Pubblicata in data: 23/09/15

Come aggiungere qualcosa al mito? A trentasei anni dalla pubblicazione e con oltre trenta milioni di copie vendute, “The Wall” è probabilmente l’album più rappresentativo della carriera dei Pink Floyd (secondo solo nell’immaginario popolare a “The Dark Side Of The Moon”, il disco iconico per eccellenza), il lavoro più intimo e sicuramente quello più sentito dell’allora leader indiscusso della band, Roger Waters. I motivi sono ormai arcinoti e non è ora il momento per sviscerare il concept dietro il muro, fortemente voluto e sviluppato dal bassista/cantante, tanto da averlo praticamente “imposto” al resto dei compagni, scatenando non poche tensioni in seno al gruppo (i cui postumi verranno accennati anche in questa proiezione). Un concept fortemente personale, se vogliamo autobiografico, ma così potente da poter adattarsi a ognuno di noi, così dannatamente moderno (o per meglio dire contemporaneo) da renderlo perfetto per riproporlo live in una versione 2.0, affiancandolo a problematiche dei giorni nostri e facendo uso della più moderna tecnologia disponibile, in pieno stile pioneristico floydiano.

roger1Nasce così un tour mondiale mastodontico, dal 2010 al 2013, duecentodiciannove concerti soldout per un totale di oltre quattro milioni di spettatori in tutto il mondo, il più grande tour mondiale per un artista solista. Del resto quando un perfezionista come Waters decide di muoversi, utilizzando la “sua” creatura più preziosa, non si possono avere mezze misure. Noi ve lo abbiamo raccontato e fatto vedere in una manciata di scatti fotografici, ma più di tutti potrà raccontarvi l’esperienza (o farvela rivivere), l’ultimo capitolo legato a questo immenso tour, ovvero la proiezione “Roger Waters. The Wall”, un film-evento che celebra questi anni passati a deliziare platee di ogni continente. Un lavoro a più livelli: un concerto, un road movie, un film contro la guerra e un’interessante chiacchierata tra vecchi amici.

Da dove cominciare? Dall’introduzione nientemeno che dell’attore irlandese Liam Neeson che ci svela quello che “The Wall” ha significato e significa per lui, da nordirlandese cresciuto in un clima di guerra? Dall’incredibile definizione di immagini e suono (il film è stato girato in 4K e mixato in Dolby Atmos)? Dalla cruda emozionante verità delle proiezioni durante il concerto? Dall’apparato scenico studiato per il tour? Dalla prova impeccabile di tutti i musicisti coinvolti? Difficile quando ci ritroviamo davanti due ore e quarantacinque minuti di sentimenti contrastanti, commozione e tipico humor inglese, esplosioni fragorose e lunghissimi silenzi, musica celestiale e ampi momenti di raccoglimento.

“Roger Waters. The Wall”, girato da Sean Evans con il contributo dello stesso Roger, è un documento incredibile che riafferma le grandissime potenzialità della musica quando incontra la settima arte, permettendo di ampliarne il significato con efficaci espedienti narrativi e visivi. Qui si inseriscono perfettamente i piani di lettura più profondi, ovvero il road movie a (ovvie) tinte antibelliche compiuto in auto da Roger, lungo Francia e Italia, per giungere al Cimitero di Guerra di Cassino e rendere un commovente omaggio ai caduti della Seconda Guerra Mondiale (tra cui il padre Eric Fletcher), senza dimenticare di salutare in Francia il nonno George Henry, morto nella Prima Guerra Mondiale, quando Eric aveva solo due anni. Due generazioni di figli che a causa del conflitto bellico non hanno mai potuto conoscere il proprio padre. Un argomento che gioco forza invade tutta la sceneggiatura della parte prettamente cinematografica della proiezione, inserendosi perfettamente nelle riprese live, dando i giusti momenti di raccoglimento e nuovi slanci alla musica. Magistrale il passaggio in cui Roger arriva finalmente sulla spiaggia di Anzio, luogo dello sbarco (anche) del padre, guarda mestamente il mare all’orizzonte quando all’improvviso un effetto fa comparire in lontananza il muro del concerto presente sul palco e lo stesso Waters, quasi a camminare sull’acqua, con il rintocco delle prime note di “Comfortably Numb”, probabilmente il momento più emozionante dell’intero concerto, un mix di immagini, musica ed effetti speciali da brividi lungo la schiena (e commozione, come puntualmente immortalato lungo le prime fila del pubblico).

 

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Uno spettacolo incredibile che, per non farsi mancare nulla, offre anche una mezz’oretta molto interessante (per chi ha già assistito al concerto, forse la cosa più interessante, perchè assolutamente inedita) in cui Waters e il batterista Nick Mason, seduti a un tavolo con un calice di vino, rispondono ad alcune domande rivolte dai fan. Interessante perchè mai dopo lo scioglimento della band abbiamo avuto modo di veder parlare due colonne portanti dei Pink Floyd, offrendo diversi spunti e aneddoti decisamente curiosi, divertendo facendo leva sulla sottile ironia in seno ai due (“Ti è piaciuto il film” “Quale film?”), con Mason quasi rassegnato a dover riconoscere il carattere ferreo di Waters anche in questa sede (eloquenti alcuni suoi simptici sospiri ed espressioni del volto) e rispondendo ancora una volta sull’impossibilità di vedere mai i Floyd in tour con Roger (“Perchè non vuoi girare il mondo con noi? Ah,ora lo giri da solo per conto tuo”). Molteplici domande che mettono in luce, a distanza di oltre trent’anni, come “The Wall” abbia segnato in sostanza la fine dei Pink Floyd di Waters, in cui lo spettro di Gilmour aleggia sui due a più riprese… “Cosa ho pensato quando Roger mi ha proposto “The Wall?” Era abbastanza buono, anche se inizialmente era tagliato con l’accetta. Probabilmente David la pensava diversamente”. E questa è solo una delle battute sul chitarrista, assente/presente, e dei suoi rapporti con Waters (“non lo metterei sicuramente tra i nemici. È una persona con cui ho lavorato per moltissimi anni, ma non lo vedo da tanto. Ci siamo persi di vista”.).

“Roger Waters. The Wall” è dunque un evento imperdibile, distribuito in contemporanea mondiale il 29 settembre alle 20.00, ma disponibile in Italia per soli tre giorni (29, 30 settembre e 1 ottobre), obbligatorio per ogni fan dei Pink Floyd, sia per chi ha assistito ai concerto sia, a maggior ragione, per chi non ha trovato i biglietti, venduti nel giro di pochissimi minuti. Ben fatto Mr Waters, ancora una volta, giù il cappello.




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