I tre brani del disco descrivono uno ad uno la peculiarità di questi tre quartieri.
"Taxus Garden": letteralmente il "giardino dei tassi", è la parte della città posizionata in basso a sinistra in cui si intravede un po' di verde. Il "tasso" è un albero identificato come "l'albero della morte" poiché viene utilizzato spesso nei cimiteri e simboleggia l'immortalità. Se si guarda bene si puo intuire che gli abitanti di questa città non esistano piu o siano appunto deceduti, nonostante la città sembri ancora viva per via dei colori luminosi. Il disco è quasi interamente strumentale, proprio perché in questa città non ci sono voci umane (tranne una). Questo pezzo è il piu crudo e distorto.
"Headquarter": è un brano eclettico, descrive il quartier generale come un luogo di ricchezza e di affari, il pezzo contiene diverse scene musicali, dalla piu gioiosa alla piu soft, passando per l'ambient.
"Tianguis": letteralmente "mercato" in Messicano, descrive invece la parte multietnica di questa città surreale. Nel brano si ritrovano richiami alla fusion anni '70, e fusion è anche un termine che indica un mix di etnie. Una dei queste è rappresentata dalla cantante bulgara Katya Tasheva, che intona a metà del pezzo una struggente ballata folk d'amore intitolata "Ochi, ochi", con i cori di Matteo Bevilacqua. Queste sono le uniche creature che abitano la città descritta in "Kaleidocity". L'ultima parte del disco è un omaggio a "Giant Steps" di John Coltrane, che con la sua armonia descrive a pieno un "caleidoscopio" di sovrapposizioni armoniche ed infinite, i cosiddetti "Coltrane Changes".
Credits
Carlo Peluso - Tastiere, percussione e programming
Giovanni Peluso - Chitarra
Marco Fabricci - Basso
Katya Tasheva - voce in "Tianguis"
Matteo Bevilacqua - voce in "Tianguis"
Davis West - violino in "Headquarter"
Crew
Mix & mastering: Federico Ascari
Artwork: aura Zoè