Ruvido e diretto come la traccia di apertura "Rather Be", l'omonimo debut album dei Sicko si presenta come una personale e fresca rivisitazione della scena ‘90s. Nonostante l'influenza di Seattle sia evidente, il quartetto riesce a riproporre in modo originale la forza delle atmosfere grunge. Si passa infatti da brani incalzanti e martellanti come "Let Me In" - primo singolo estratto dal disco - in cui il sound riecheggia la forza della scena industrial e stoner (QOTSA e NIN su tutti), a episodi più melodici come "Happy Hour Love", "Lazy" o "I'm On My Period With All The World", dove è evidente l'influenza di una certa scena rock e crossover west coast.
Un altro mood caro alla band è quello legato alle atmosfere cupe e ipnotiche di matrice post rock e trip hop come, ad esempio, in "Lonely Star" o in "Lost In A Daze". Non mancano inoltre ballad lancinanti come "Nothing Special" - che parrebbe uscita dalla penna di Cornell - o episodi più smaccatamente punk e naif di nirvaniana memoria ("Carry It Away"). Il lavoro si presenta solido e compatto e con una ampia gamma di colori, merito anche della produzione del Grammy Award winner Riccardo Damian.