Se non vi dicessimo che sono italiani, i Piqued Jacks potrebbero tranquillamente passare per una band d'oltre oceano. Già il fatto di essere andati da Michael Beinhorn (Soundgarden, Red Hot Chili Peppers), a cui hanno affidato la pre-produzione di un brano che ha anticipato l'uscita del disco prima dell'estate (la bellissima "Wildly Shine"), dimostra le velleità internazionali di questa band. "The Living Past" è stato prodotto da Dan Weller (Enter Shikari, Young Guns) in una casa di campagna del '700, studio di registrazione e dimora comune, scelta per un'immersione totale in suoni, natura e chimica umana. La quasi perfetta pronuncia del cantante per testi tutti in inglese fa anch'essa la differenza. Ma poi, su tutto, c'è la musica. Musica in libertà, legata al rock americano degli anni '90 (grunge, post grunge o psichedelia che sia), ma allo stesso tempo, slegata e quindi non derivativa. Qui la differenza sta tutta nella indubbia tecnica della band (che gira a mille), ma soprattutto nella grande capacità di scrivere brani che al loro interno cambiano passo, atmosfere, diventando un momento rock puro e il momento dopo fluttuante ambient rock/pop. In più considerata la grande e innata attitudine a scrivere canzoni molto fruibili, si può dire con tranquillità che questo è un disco da non perdere.