L'angolo oscuro #17
Le uscite più interessanti in ambito estremo della prima metà di gennaio


Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 17/01/21
Quale miglior mese del freddo gennaio per riscaldarsi con ardenti tonnellate di metal estremo?
 
dreadsovereigncoverDread Sovereign - Alchemical Warfare (Metal Blade Records)

Il prolifico Alan "Nemtheanga" Averill, frontman dei grandiosi Primordial e mente pensante dietro i Twilight Of Gods, side project mediante il quale rese omaggio qualche anno fa a BathoryJudas Priest e Manowar, torna adesso in pista con il terzo LP dei suoi Dead Sovereign. "Alchemical Warfare" trasuda doom metal sporco e feroce, figlio tanto di Black Sabbath e Saint Vitus quanto, soprattutto, dei Reverend Bizarre, e che sovente apre le proprie porte sia alla NWOBHM più epica e cupa sia a profondi momenti psichedelici à la Hawkwind. Completano l'insieme svisate classic heavy e rustiche accelerazioni in odore black/thrash, per un viaggio sonoro ruvido e versatile, qualitativamente superiore alle prime due prove edite, e capace di immergere l'ascoltatore nelle pagine sanguinose della Storia, insegnandogli, oltre che a diffidare dei falsi numi, l'itinerario migliore verso la fossa. Maestri oscuri d'Irlanda.

Tracce consigliate: "She Wolves Of The Savage Season", "Nature Is The Devil's Church", "Ruin Upon The Temple Mount"

fractalgeneratorcoverFractal Generator - Macrocosmos (Everlasting Spew Records)

Nel 2015 l'ottimo "Apotheosynthesis" preannunciava l'arrivo di una nuova forza della natura in ambito death metal, i Fractal Generator, capaci di vivacizzare il genere con una serie di idee originali e innovative. I canadesi sembravano spariti in un preoccupante buco nero, ma la pubblicazione, ora, di "Macrocosmos", restituisce al mondo dell'estremo un'entità che nulla ha smarrito in termini di crudeltà, tecnica e fantasia. Rispetto al suo predecessore, questo secondo lavoro, oltre a palesare una ferocia notevolmente più tetra e claustrofobica, si ammanta di un groove decisamente superiore e di un'accresciuta tensione dinamica; eppure, la vera chiave del sound elaborato dai nordamericani consiste in un utilizzo sottile e incisivo di sintetizzatori e di diversi effetti elettronici che rimandano al vocabolario cinematografico della fantascienza meno rassicurante. Dietro i lustrini della rivoluzione digitale pullulano angoscia esistenziale e sentimenti apocalittici, per un ibrido mutante che guarda a Blood Red Throne, Morbid Angel e Wormed senza scimmiottarne le gesta. Inquietudini sci-fi.

Tracce consigliate: "Macrocosmos", "Contagion", "Pendulum"

nomadicritualscoverNomadic Rituals - Tides (Cursed Monk Records)

Camminando a tarda notte attraverso le strade deserte di Belfast, non si può non rilevare l'aroma fetido proveniente dagli antichi letti di nevischio su cui è costruita la città e che continuano a marcare tremenda presenza olfattiva, malgrado gli enormi sforzi della moderna tecnologia per eliminarne le tracce. I Nomadic Rituals strisciano da otto anni tra i cunicoli putrescenti e degradati della capitale nordirlandese, risucchiando gli appassionati in un incubo cosmico a occhi aperti grazie ad album di spesso e ciclonico slugdge/doom come "Holy Giants" ("2013) e "Marking The Day" (2017). Il nuovo "Tides" mantiene le promesse del titolo: uno tsunami di colossale brutalità sonora, denso, bollente, depravato, ipnotico, capace di alternare lunghi passaggi subliminali a evocativi squarci di energia atomica. Conan ed Electric Wizard i numi tutelari del combo, la disperata contemplazione del vuoto la loro stella cometa.

Tracce consigliate: "Cassini-Huygens Part 1 (The Launch)", "Cassini-Huygens Part 2 (Last Transmission)", "Tumulus"

sagenlandcoverSagenland - Oale Groond (Heidens Hart Records)

Ci sono voluti addirittura quindici anni perché il duo dei Sagenland decidesse di debuttare sulla lunga distanza; nel 2005 il buon EP "Bladval", contenuto all'interno di uno split con i tedeschi Vargulf, avrebbe potuto fungere da trampolino di lancio per l'act olandese, ambizione frustrata dal fallimento della piccola label Niedersachsen Klan. Da allora il completo silenzio, complici anche i molteplici impegni di Arjan Peeks e Florian Velthuis con svariate e significative formazioni locali (Cultus, Heimdalls Watch, Asgrauw, Meslamtaea). "Oale Groond", dunque, riprende il filo del discorso del vecchio mini, tuffandosi nelle lande settentrionali dei primi anni '90, quando Burzum, Dødheimsgard, Ulver e Windir svilupparono quel black metal intriso di folk ed epicità che tanto rese familiare al mondo il mood delle foreste norvegesi. Per tutti coloro che amano la tradizione e vogliano, per un attimo, sentire nelle ossa il gelo rovente della neve nera.

Tracce consigliate: "De Jammerklachten Van Singraven - Eerste Deel", "Bladval", "Botte Bijlen"

transilvaniacoverTransilvania - Of Sleep And Death (Invictus Productions)

Dopo l'EP proemiale "Morbid Majesty" e il debutto "The Night Of Nights", all'inizio di questo 2021, i Transilvania ci onorano di "Of Sleep And Death", un lavoro fresco di stampa che conferma la levatura, e la graduale crescita, del quartetto austriaco. Una band giovane, ma che sa cosa vuole quando imbraccia gli strumenti e scarica salve di blackened thrash roccioso e orecchiabile, vicino al gusto dark dei Tormentor e alla dinamite sulfurea di Destroyer 666 e Nifelheim. Vampiri, non morti, rituali satanici e film horror a go-go costituiscono, per il combo di Innsbruck, la base lirica della loro spietata fisionomia musicale, mentre una produzione abilmente rifinita allo scopo di risultare vintage aggiunge quella patina vecchio stile davvero adatta a dischi di simile natura. Un album dal doppio volto, allo stesso tempo corsa sfrenata sulle montagne russe e affascinate promenade in un'umida e ammuffita necropoli: a ogni modo, Tirolo über alles.

Tracce consigliate: "Opus Morbi", "Lycanthropic Chant", "Mortpetten"



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