Mister Misery - Unalive
Teatralità e atmosfere horror nell'interessante debutto della band svedese


Articolo a cura di Federico Falcone - Pubblicata in data: 13/11/19

Stoccolma, così come tutta la Svezia, da sempre è una fucina di talenti, di interessanti proposte artistiche e di nomi che, dopo una discreta gavetta, sono riusciti a emergere prima e uscire dai confini scandinavi poi. "Unalive", questo il titolo dell'album di debutto dei Mister Misery, è un lavoro composto da dieci tracce di chiaro stampo metalcore con evidenti influenze di horror rock. Dettaglio, quest'ultimo, particolarmente evidente soprattutto nel look della band, capace di richiamare Marilyn Manson (e relativa line up), Wedsnesday 13 e, soprattutto, Avengeld Sevenfold.

 

Spazio alla presenza scenica e alle citazioni teatrali, quindi, ma senza dimenticare la musica. D'altronde siamo in presenza di una rock band, non di un cast cinematografico. E il sound di questi Mister Misery, pur non gridando all'originalità, è davvero di grande qualità. La band è affiatata, si sente, e questo si riverbera nelle interessanti trame di songwriting e di intrecci dei riff di chitarra che vengono eseguiti brano dopo brano. Notevole il lavoro di Rizzy (batteria) e Eddie Crow (basso), sezione ritmica a tratti devastante, furente nell'incedere e, senza ombra di dubbio, capace di reggere un sound che senza di essa risulterebbe tremendamente vuoto. Dietro al microfono Harley Vendetta (nome curioso, non trovate?) si cala perfettamente nella parte dell'intrattenitore, giocando con atmosfere e sferzate metalcore che rimandano ai grandi nomi del genere.

 

Per essere il disco d'esordio, "Unalive" è un prodotto interessante, ben costruito e prodotto e sicuramente appassionante per i fan del metalcore della vecchia ora. Di sicuro è quella la vocazione della band che si prepara al primo tour da headliner nel 2020.

 

 




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