Libri: Tattoos & Tequila – Vita, morte e rinascita di Vince Neil
La fama, gli eccessi, l'ascesa dell'icona hard rock: la storia di Vince Neil rivive in un volume curato da Tsunami Edizioni.


Articolo a cura di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 05/12/13
Succedeva subito dopo aver fatto sesso in studio con le ragazze, non volevamo andare a casa con il loro odore addosso. C'era un ristorante, si chiamava Naugles, era aperto 24 ore su 24. Ordinavamo dei burrito all'uovo e con quelli ci pulivamo il cazzo. Così se andavi a casa che puzzavi come un burrito all'uovo, dovevi solo dire alla tua ragazza: 'Ops, mi è caduto il burrito all'uovo sui pantaloni.'” Vince Neil.

Se il buongiorno si vede dal mattino, la squisita mancanza di inibizioni (lessicali e non) caratterizzante l'autobiografia del frontman dei Mötley Crüe, è letteralmente messa a nudo nella prima delle 255 pagine dedicate a Vince Neil. Alias “Un decimo di uomo più sexy del mondo. Nove decimi di bomba ad orologeria.” Questa la più che meritata presentazione con cui l'impietosa e professionale penna del giornalista Mike Sager tratteggia il protagonista di “Tattoos & Tequila”. Sebbene il titolo si riferisca alle attuali, e ripulite, attività professionali di Vince Neil, buona parte del testo non può che roteare attorno al nucleo del più classico ritornello sesso (sfrenato), droga (d'ogni genere), alcool (a fiumi) & rock'n'roll già fulcro della precedente biografia dei Mötley Crüe “The Dirt”. A Sager spetta infatti l'arduo compito di raccogliere e riordinare i ricordi sconnessi di uno dei più grandi monumenti viventi all'eccesso sopra, sotto e dietro il palco. Del resto, lo stesso Vince ammette candidamente d'aver vissuto i suoi anni ruggenti senza alcuna remora. La sua filosofia? Eccola: “Non gliene fregava un cazzo. Niente era vietato. Niente era troppo scandaloso. Niente poteva violare le regole, perché non c'erano regole. La sua stessa esistenza, il suo posto sotto i riflettori, li doveva al bisogno di eroi e d'intrattenimento degli esseri umani. Lui era lo spettacolo.” E spettacolo fu. Non poteva essere altrimenti considerando gli aneddoti collazionati da Sager, istantanee di quella che questi ironicamente definisce una “vita piacevolmente interessante” giusto una riga prima di iniziare ad intingere la penna nel calamaio del sordido pettegolezzo. Già nell'introduzione emerge infatti l'appassionato ma caotico rapporto del protagonista con le donne: “Vince è stato sposato quattro volte, diventato padre per tre, scopato milioni di groupie -qualche volta addirittura dieci al giorno, secondo calcoli abbozzati; non ha mai voluto avventurarsi a contarle. Ha avuto relazioni con dozzine di donne famose (…) è stato con Pamela Anderson prima di Tommy Lee.”    

vinceneiltattoosandtequila_speciale_02Comunque, oltre alle dissolute avventure (private e non) di Vince, viene dato ampio spazio alla sua carriera  prima, durante e dopo i tempi d'oro dei Mötley Crüe. Reclutato da un certo James Alverson per diventare il cantante della sua ancora inesistente band (i Rockandi), in quanto il ragazzo con i capelli più lunghi di tutta la scuola, il futuro idolo di  una generazione di rockers, scopre ben presto di avere un naturale talento nell'esibirsi e nel calamitare l'attenzione del pubblico (non solo femminile). Da lì all'entrare nel giro di  Nikki Sixx e Tommy Lee non ci volle molto. Peccato che quanto raccontato riguardo ai due compagni di una vita, cui si dice inevitabilmente legato da un fraterno legame d'amore  odio, sia tutt'altro che edificante: “Continuo a ripetermi: non faccio più parte dei Mötley. Devo solo suonarci insieme. (…) Quei ragazzi non sono miei amici. E non lo sono più da molto tempo.

Per fortuna, nonostante i commenti sprezzanti e le frecciatine, lo spirito dell'autobiografia è ben lungi dall'invettiva contro la band con cui gli è rimasto ben poco da spartire, anzi, al grido di “Fanculo le cose negative” inizia finalmente la proiezione su carta del documentario di spensierata trasgressione che tutti si aspettavano. Dalle sortite in ferramenta per procurarsi l'occorrente (catene, borchie, ecc.) con cui auto-prodursi i costumi di scena, alla convivenza con Nikki e Tommy alla Mötley House trasformata ben presto da un semplice bilocale a una discarica la cui porta non si chiudeva più da quante volte era stata sfondata dalla polizia. “Il tappeto era macchiato di sangue e alcool e ridotto a un colabrodo dalle bruciature di sigarette. C'erano delle impronte annerite di quando provavamo ad incendiare Nikki con questo gel infiammabile che usavamo anche durante i concerti.” Allucinanti (e allucinati) resoconti di feste, backstage, risse, arresti e amicizie celebri. Tra queste ultime spicca quella con il David Lee Roth dei Van Halen che, da figura di riferimento e modello, divenne ben presto quello che “era sempre lì a farsi di coca e alla ricerca di una scopata facile. (…) Per noi era una spinta verso l'alto. Per lui erano pompini.” Dieci capitoli dal primo, “Tattoos & Tequila”, apertosi con un delirio sconclusionato condito in sottofondo dal rombo di una Lamborghini customizzata, all'ultimo, “Viva Las Vegas”, che inizia con l'addio definitivo alla bottiglia nel '07. Nel mezzo: di tutto. Alti (stratosferici) e bassi (abissali) di chi ha vissuto ben oltre il limite ma a cui il destino non ha riservato soltanto pacche sulla spalla ma anche qualche calcio in faccia come amaramente descritto nel capitolo “Who'll Stop The Rain” dedicato alla tragica morte della figlia Skylar, scomparsa a soli 4 anni per un cancro.    

Cercare di ordinare una vita del genere è una cosa complessa: persino Vince non riesce a tenere il conto di quante volte è stato in riabilitazione o quante volte è stato arrestato. Per questo motivo abbiamo coinvolto anche altre voci.” Al fine di rendere organiche le memorie di Vince, Sager ha infatti coinvolto, tra gli altri, i compagni dei Rockandi, familiari, mogli e ovviamente Nikki Sixx. “E' un miracolo se siamo sopravvissuti a tutto. Una bottiglia di Jack Daniel's e un pacchetto di hot dog crudi non fanno una dieta ben bilanciata. Siamo fortunati a non averci rimesso la pelle. Poteva sembrare che ci stavamo provando ma, parlando per me stesso, la morte non è mai stato il mio obiettivo. Volevo solo sentirmi bene, capisci no? Cercavo solo la botta, lo sballo...” E da quello che è riportato in “Tattoos & Tequila” pare proprio che Vince Neil l'abbia trovato e come. E a noi comuni mortali non resta che procurarsi il testo in questione e rivivere le gesta di colui che ha sbancato il casinò del rock'n'roll.


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