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Bodom After Midnight – Paint The Sky With Blood [EP]

Tinte rosso sangue sgorgano da un cielo minaccioso e, come rimasugli di un’esplosione, si riversano turbinanti sulle rive del lago Bodom, le acque che hanno battezzato il melodic death metal. Lo stesso rosso sanguigno e penetrante da cui sbucava l’oscura figura del tristo mietitore in “Something Wild”, torna in auge nell’artwork del primo EP dei Bodom After Midnight. Inizio e fine, collegati dallo stesso elemento visivo, la chiusura di un ciclo a cui non avremmo mai voluto assistere.

È assolutamente incommensurabile il valore artistico incarnato da Alexi Laiho, così come è inquantificabile il dolore lancinante che la sua dipartita ha causato ai suoi fan: si faceva chiamare, non a caso, “Wildchild”, come a voler sfidare la consuetudine ed i preconcetti, mirando oculatamente a sgretolare gli schemi canonici della musica attraverso un animo incendiario ed una buona dose di selvaggio anticonformismo che gli hanno permesso di osare, coniugando coraggiosamente la potenza della melodia all’oscurità caratteristica di un genere cupo e martellante come il death metal. Proprio per questo, approcciarsi a “Paint The Sky With Blood” può aprire una voragine e lasciar fluire emozioni contrastanti: da una parte l’orgoglio della gloriosa celebrazione di un musicista fenomenale, dall’altra la straziante consapevolezza di stare per affrontare gli ultimi tre passi di Alexi Laiho nel mondo della musica.

Due anni sono passati dall’ultima release targata Children Of Bodom: “Hexed“, tutto sommato, aveva soddisfatto le aspettative, rimarcando le capacità compositive dei finlandesi, ancora intatte dopo oltre vent’anni di carriera. Poi la brusca rottura e la conseguente formazione dei Bodom After Midnight, in cui Laiho e Daniel Freyberg risultavano gli unici superstiti dello smantellamento della gloriosa band precedente. Una nuova sfida, la rinascita di una creatura rimasta ingabbiata ancor prima di poter spiccare, liberamente, il volo.

 

 

 

 

 

 

 

Photo Credits: Terhi Ylimäinen

Quel che fa ancora più male, ascoltando questi ultimi tre pezzi, è rendersi conto di come la qualità non sia calata nemmeno di un soffio: al primo giro di disco, a riemergere è il sound tipico dei primi Children, un misto della frenesia del primo “Something Wild” e della violenza più compatta del devastante “Hatebreeder”: la title track riassume tutti i punti principali del sound dei finlandesi, dai duetti infiammati tra chitarre e tastiere, ai ritornelli magnetici che aprono le porte alla precisione chirurgica degli assoli. A dettare tempi più cadenzati, ma ugualmente trascinanti, ci pensa “Payback’s A Bitch”, una martello pneumatico sorretto e comandato da un riff principale che miscela il groove al thrash e all’heavy metal più classico. La voce di Alexi Laiho è inconfondibile, la sua timbrica ruvida, tagliente e versatile ritorna di nuovo protagonista e non si tira indietro all’arrembaggio strumentale. È un pezzo estremamente divertente, che lascia trasparire anche la vena più easy listening dei tempi di “Are You Dead Yet?“. L’ultimo gradino viene lasciato alla cover di “Where Dead Angels Lie” dei Dissection, un oscuro e tenebroso monolite tirato su a forza per segnalare una brusca interruzione del percorso. Un pezzo lento, asfissiante, che con i suoi tempi più ragionati ci accompagna mano nella mano verso la chiusura del cerchio.

“Paint The Sky With Blood” è il simbolo di una fine prematura e difficile da digerire, il testamento di uno dei giganti della musica metal contemporanea, scomparso troppo presto e troppo all’improvviso. L’EP, nemmeno a dirlo, funziona benissimo, d’altronde la mente dietro al progetto è la stessa che ha fatto innamorare milioni di persone da vent’anni a questa parte. Pochi artisti hanno saputo unire come Alexi Laiho è riuscito a fare: i bambini di Bodom sono tutti quei figli illegittimi che la sua musica ha raccolto e cresciuto negli anni, un gruppo folto e variegato di anime che si trovano lì, sotto il palco, a bere birra e pogare come ossessi di fronte a quella chioma danzante e a quella ESP che sono entrate nella storia, mentre una lieve pioggerellina posa con delicatezza le sue gocce rossastre sui loro corpi in delirio.

Tracklist:
01. Paint The Sky With Blood
02. Payback’s A Bitch
03. Where Dead Angels Lie

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