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Candy – Heaven is Here

Se si approcciano i Candy, e il loro nuovo disco “Heaven Is Here”, lasciandosi ingannare dal loro dolce nome, si rischia di avere una grossa sorpresa. La band di Richmond, Virginia, non le manda assolutamente a dire, e questo secondo album continua la scia di devastazione musicale cominciata con il loro primo lavoro, “Good To Feel”. Un’atmosfera soffocante e una violenza selvaggia sono le chiavi di un’opera che sicuramente non può lasciare indifferenti all’ascolto.

Il gruppo – composto da Zak Quiram (voce), Michael Quick e Steve di Genco (chitarre), Cody Mollen (basso) e Andrew Stark (batteria) – coadiuvato dalla produzione di Arthur Rizk, ha creato un disco di durata breve (20 minuti circa), ma di impatto indiscutibile, caratterizzato da ritmi oscuri e temi cari alla scena hardcore e metalcore, ma attraversato anche da venature di sperimentazione apprezzabili, riconoscibili nell’uso di sintetizzatori e da una lenta e graduale discesa verso fredde atmosfere Industrial.

È proprio la sensazione di star discendendo in luoghi malsani e maledetti ad accompagnarci per tutto l’ascolto dell’album, cominciando dalla prima traccia “Human Condition Above Human Opinion”, un concentrato di rabbia che si apre con sperimentazione sonore attraverso le quali i suoni distorti dei sintetizzatori si avvicinano a strazianti grida umane. I riff pesanti e ritmici di chitarre rafforzano l’idea di star intraprendendo un’oscura marcia verso la sofferenza. Questo schema vincente la fa da padrone per la prima metà del disco, fino alla sublimazione sonora di “Transcend To Wet” in cui i sintetizzatori si prendono il centro della scena elevando spaventose muraglie sonore. Degne di nota anche “World Of Shit”, dal titolo decisamente eloquente, e la fragorosa “Kinesthesia”, un misto di sperimentazione industrial e ritmi serratissimi. A dare la definitiva sensazione di aver compiuto la nostra discesa, spinti verso un punto degli inferi che gli esseri umani non dovrebbero poter conoscere, è la traccia finale “Perverse”, terrificante – nella migliore delle accezioni, si intende – traccia di dieci minuti sospesa tra sperimentazione Noise, Industrial e il sogno proibito di un demone antico.

Lungi dall’essere un disco fruibile per tutti, ed estraneo in ogni sua parte all’easy listening, “Heaven Is Here” può fare la felicità di appassionati del Metal nelle sue accezioni più selvagge: quel genere di disco che può accompagnare un livello di Doom o la levata simultanea di migliaia di caccia-bombardieri, il tutto racchiuso in pochi minuti di elevatissima intensità. In questa discesa, tutto sommato rapida, verso i meandri nascosti di un inferno industriale, pieno di catene e sofferenze, si rendono apprezzabili la genuinità e la mancanza di compromessi di un album che non si accontenta di sperimentare per se stesso, ma che lo fa soprattutto per traumatizzare il proprio pubblico.

Tracklist

01. Human Condition Above Human Opinion
02. Mutilation
03. Heaven is Here
04. Price of Utopia
05. Transcend to Wet
06. Hysteric Bliss
07. World of Shit
08. Fantasy/Greed
09. Kinesthesia
10. Perverse

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