Dark Funeral 30th Anniversary Ed
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Dark Funeral – Dark Funeral (30th Anniversary Edition)

Bring damnation upon my soul

Cos’hanno in comune Phil Anselmo, Matt Heafy, Gary Holt, Frédéric Leclercq, Nahuel Lozano e Noise? A quanto pare, ammirano così tanto l’EP omonimo dei Dark Funeral da realizzare brevi video per tributare omaggio ai trent’anni dell’esordio discografico del gruppo svedese. Al di là degli entusiasmi di rito, “Dark Funeral (30th Anniversary Edition)”, rispetto ad altre imprese del genere,  presenta al proprio interno sia il mini del 1994 sia la sua nuova incisione, per un totale di otto brani che consentono un confronto diretto tra le due versioni. Bisogna evidenziare, inoltre, che della line-up di allora resta soltanto il chitarrista e mastermind Lord Ahriman, capace di traghettare sino ai giorni odierni, spesso in maniera dignitosa, talvolta brillantemente, una band vittima di numerosi cambi di formazione e qualche doloroso addio, con l’ultimo “We Are The Apocalypse” a costituire un ponte chiaroscurale verso il futuro.

Sembra pressoché pleonastico sottolineare che la ri-registrazione del vecchio extended play si giovi di una consegna sonora tersa e raffinata, in poche parole il parto di professionisti della musica ormai avvezzi, dal punto di vista tecnico, a convertire il metallo nero in una vivanda digeribile persino per i denigratori del settore. Tale levigatura, però, si macchia della colpa di rendere ordinario e uniforme un autografo che ancora oggi colpisce nel segno per un’espressività generale cruda e nodosa, oltre a beneficiare di una produzione all’epoca già diabolicamente cristallina, una significativa anomalia in rapporto agli esempi amatoriali del black norvegese primordiale – e agli scarsi mezzi economici a disposizione del quartetto in quel periodo.

La rielaborazione maggiore riguarda il sound della batteria, un tramestio di pentole e padelle, quasi si origliassero le conseguenze di un duro alterco nella sezione cucina dell’IKEA, ora condotto in territori acustici apprezzabili, mentre alle melodie crepuscolari che innervano subdole “Open The Gates” e “In The Sign Of The Horns” viene permesso di superare le barriere architettoniche di un missaggio all’epoca imperfetto. A prescindere dalla grande competenza dietro la console di David Castillo e Thomas “Plec” Johansson, è però l’interpretazione generale dell’attuale formazione a sollevare qualche dubbio di troppo, specialmente quando tocca a “Shadows Over Transylvania” e “My Dark Desires”, poi incluse nel fantastico debutto sulla lunga distanza “The Secrets Of The Black Arts” (1996), subire il processo di lettura ex novo. Gli scandinavi, oggi perlopiù tesi a costruire mid-tempo dal guitar work orecchiabile, non riescono né a seguire il ritmo impresso dalla gragnola di blastbeat degli originali né a catturare appieno la loro glacialità notturna intrisa di death, laddove mancano come il pane i terrificanti intermezzi vocali in spoken word del compianto Blackmoon, co-fondatore, compositore e ascia del gruppo sino al rilascio di “Vobiscum Satanas” (1998). E la stessa buona prestazione al microfono del versatile Heljarmadr genera tutt’altre vibrazioni rispetto agli sputazzi satanici di un Themgoroth all’apice della bestialità e della cattiveria.

“Dark Funeral (30th Anniversary Edition)” obbedisce anche e soprattutto alla volontà dei Dark Funeral di misurarsi con il passato, provando sia a celebrarlo che a rivisitarne il frutto iniziatico. In definitiva, una release di cui non si sentiva la necessità.

Tracklist

01. Open The Gates
02. Shadows Over Transylvania
03. My Dark Desires
04. In The Sign Of The Horns
05. Open The Gates (Re-Recording 2024)
06. Shadows Over Transylvania (Re-Recording 2024)
07. My Dark Desires (Re-Recording 2024)
08. In The Sign Of The Horns (Re-Recording 2024)

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