Composti da David Ellefson (ex-Megadeth) al basso, Guilherme Miranda (ex-Entombed A.D.) alla voce e alla chitarra e dal batterista Michał Łysejko (ex-Decapitated), i Dieth si presentano con il loro album di debutto, “To Hell And Back“. In occasione della pubblicazione di quest’ultimo attesa per il 2 giugno, Guilherme Miranda ha raggiunto i microfoni di SpazioRock per una piccola chiacchierata.

Ciao Guilherme, benvenuto su SpazioRock! Come stai?

Sto bene. Sono stato parecchio impegnato ultimamente.

Questo è un nuovo progetto e state per pubblicare il vostro primo disco come band. Potresti dirci quali sono i maggiori punti di forza dei membri dei Dieth?

Il nostro più grande punto di forza è che sappiamo cosa vogliamo e siamo ragazzi super proattivi. Non stiamo seduti ad aspettare. È il contrario. Facciamo in modo che le cose accadono.

Siete un trio di grandi nomi con molta esperienza. Come avete mescolato le vostre idee durante il processo di registrazione di “To Hell And Back”?

Ci siamo inviati brani, idee per canzoni e riff a vicenda. Al giorno d’oggi è una cosa molto efficiente da fare. La tecnologia ce lo permette.

Sembra che la vostra intenzione con questo disco fosse quella di andare oltre i soliti cliché del death e del thrash metal. Pensate di esserci riusciti? Cosa pensate che renda il vostro lavoro così originale?

Ognuno di noi ha la propria impronta come musicista e, in qualche modo, quando siamo insieme funziona molto bene. Questo ci ha reso unici.

David Ellefson ha affermato che la canzone che meglio rappresenta il vostro percorso come musicisti, sia individualmente che come band, è la title track. Sei d’accordo con questa dichiarazione?

Sì, nel senso che questa canzone è solida e il titolo ci rappresenta al 100%.

Questo disco è certamente caratterizzato da un’eccellente armonia tra i membri. Pensate che per un altro album ci sarà spazio per altri membri?

No, non credo. Penso che dovremmo fare un altro album come questo e devo dire che mi piace molto il nostro chitarrista dal vivo. È un ragazzo di grande talento e forse potremmo fare qualcosa con lui in alcuni brani in futuro. Chi lo sa?

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Sembra che in “Free Us All” parliate di una guerra dal punto di vista di chi viene bombardato. Cosa ha ispirato il testo?

L’Europa sta vivendo il più grande conflitto militare dalla seconda guerra mondiale. Inoltre, ci sono altri conflitti in tutto il mondo e in Brasile gli indigeni vengono uccisi violentemente dalle miniere illegali. Ecco da dove è nato il titolo.

“Severance” è l’unico brano strumentale dell’album. Qual è il motivo di questa scelta?

Ho sempre voluto fare album con canzoni strumentali. Mi piace. È classico e di classe. “Severance” mi è sembrato un buon finale. Il tema è lo stesso del primo brano, ma suonato con le chitarre elettriche. Funziona sia musicalmente e concettualmente. Mi sembrava giusto farlo. Spero che nel prossimo disco ci spingeremo oltre.

Avete annunciato alcuni spettacoli per promuovere il vostro nuovo album. Avete in programma di aggiungere altre date?

Sì, lo faremo. Stiamo cercando di capire quando, dove e come andare in tour. Dovremmo annunciare qualcosa dopo i concerti estivi.

Grazie mille per il tuo tempo. Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Sì, keep it metal and let’s rock!

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