L’anno che ha sancito al 100% il ritorno dei concerti come li conoscevamo sta giungendo al termine, ma ha ancora delle cartucce interessanti in canna. La data italiana dei Nightwish del 6 dicembre rientra tra queste.

Ad aprire la serata made in Finland ci pensa la wicked version dei Rammstein. Per chi non li conoscesse, i Turmion Kätilöt mixano i suoni della citata band tedesca con linee folk (che un po’ ricordano i connazionali Korpiklaani) in maniera parecchio rude. Insomma, siamo un po’ distanti dal sound sinfonico della band di punta. Il loro live comunque non dura più di tanto non risultando così stucchevole.

Più catchy e armonioso è il dance-metal dei Beast In Black. Il gruppo di Anton Kabanen torna in Italia a soli poco più di 3 mesi di distanza e ci regala nuovamente un piccolo show coi fiocchi. Impossibile rimanere impassibili di fronte ai loro brani con il vocalist, Yannis Papadopoulos, che riesce ad arrivare a certe note con una disinvoltura invidiabile, oltre che a guidare alla grande il pubblico durante tutta la durata del concerto. I Beast In Black torneranno in Italia a febbraio 2023.

Puntuale come il fischio d’inizio di una partita, alle 20 e 45, il telone che copre la bellissima scenografia dei Nightwish crolla giù tra le urla generali. L’intro di “Music” accompagna l’entrata trionfale della band, arriva così l’atteso momento con tanto di esplosione che sancisce l’inizio di “Noise”. A rincarare la dose ci pensano “Storytime” e “Tribal” con un gioco di fiamme non proprio comune nei concerti italiani. I Nightwish ci portano su una montagna russa alternando brani pieni di energia come “Dark Chest of Wonders” e “I Want My Tears Back” a momenti di fantastica quiete con “How’s The Heart?” (in acustico) e “Harvest”. La setlist dà spazio a tutte le tre ere della band accontentando tutti i palati. Non mancano infatti i classici con Tarja come “Nemo” e “Ghost Love Score” e neanche i pezzi del periodo Anette, da pelle d’oca “7 Days to The Wolves”, oltre ovviamente i nuovi brani realizzati con l’attuale vocalist. A proposito, Floor Jansen, nonostante il cancro recentemente affrontato e per il quale è stata operata con successo, ci delizia con una performance sopra le righe, oltre che reggere da sola il ruolo da frontwoman visto la pesante assenza di Marco Hietala.

Nel finale, sui tre megaschermi appare un cielo stellato con i colori della bandiera ucraina, in tutto ciò a prendersi la scena è Tuomas Holopainen che ci introduce nella fantastica “The Greatest Show on Earth”. Durante il lungo brano tratto da “Endless Forms Most Beautiful” i repentini climax musicali sono accompagnati da fiamme ed esplosioni posti al punto giusto e da immagini suggestive tra paesaggi naturalistici, scene di guerra e volti a riprendere diverse etnie. Particolarmente emozionante l’apparizione in foto del defunto Alexi Laiho. Venticinque minuti per tributare la bellezza della vita e per ricordare la brutalità dell’essere umano. Sulle note di “All the Works of Nature Which Adorn the World: VIII – Ad Astra” i musicisti lasciano la strumentazione e raggiungono Floor per godersi i meritati applausi mentre la cantante continua a deliziarci con la sua voce soave. 

Quello dei Nightwish non è stato un semplice concerto. La band finlandese ci ha presi per mano e ci ha guidati in un viaggio tra cieli stellati, campi rigogliosi, foreste in fiamme e mari in tempesta. Uno show messo in piedi a dovere che i presenti ricorderanno per molto tempo e per il quale potranno felicemente dire WE WERE HERE.

Setlist
Noise
Storytime
Tribal
Élan
7 Days to the Wolves
Dark Chest of Wonders
Harvest
I Want My Tears Back
Nemo
How’s the Heart? (in acustico)
Sahara
Shoemaker
Last Ride of the Day
Ghost Love Score
The Greatest Show on Earth

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