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Of Mice & Men – Echo

Già ampiamente annunciato da tre mine sotto forma di EP, innescate lungo il corso del 2021, il nuovo full length degli inossidabili Of Mice & Men è finalmente fuori nella sua interezza. Di “Echo” conoscevamo già parti dello scheletro e della corazza esterna, incollate tra di loro per saldare la loro forma conclusiva attraverso l’ultimo tassello “Ad Infinitum [EP]”, uscito in contemporanea al nuovo album in studio. Non ci aspettavamo grosse sorprese o capovolgimenti di fronte, le prime due parti dell’ultima fatica di Aaron Pauley e soci ci avevano convinto positivamente e ritrovarci tutto di fronte, a puzzle terminato, non cambia il nostro giudizio: gli Of Mice & Men confermano di poter rimanere fermamente tra gli headliner del movimento metalcore odierno, ancor di più considerando le numerose peripezie che hanno attanagliato la loro brillante carriera.

“Echo” si riallaccia alle vicissitudini sonore di “Earthandsky”, ridestando quel sound inconfondibile che forgia la band sin dal complesso addio di Austin Carlile ed il conseguente passaggio alla voce di Aaron Pauley: la tripletta iniziale ci spiega perfettamente il range sonoro dei californiani, riffoni distorti, secchi, non ultratecnici, ma carichi di pathos si legano come rampicanti agli emozionanti refrain di “Timeless” e della più violenta “Obsolete”. Molto più pesante si fa la faccenda con l’entrata in gioco di “Levee” e della brutale “Pulling Teeth”, due mazzate sui denti intervallate splendidamente dalla bellissima “Bloom”, traccia dominata in tutto e per tutto dal frontman che vomita una carica emotiva lacerante, dove la dolcezza delle clean vocals lotta selvaggiamente con l’asprezza degli scream, ma tutto converge, si lega, come due mani che incrociano le proprie dita e stringono fortemente fino a sentire il calore. Decisamente una delle migliori tracce dell’album.

Cala leggermente la soglia dell’attenzione dalla dirompente “Mosaic”- molto slipknotiano il riffing in entrata-, che non sorprende per innovazione e che fa spazio alla più riflessiva “Fighting Gravity”, anche questa piuttosto deboluccia, se non fosse per l’ottimo ritornello che ne risolleva l’asticella. Una title track instabile, nevrotica e tortuosa cede (sbadatamente) la chiusura del disco alla cover di “Helplessly Hoping” dei Crosby, Stills And Nash, che cozza un po’ con tutto il resto: francamente evitabile.

Premesse rispettate, come già ampiamente sottolineato: “Echo” incarna tutte le caratteristiche sufficienti e necessarie per un ottimo disco di metalcore classico, senza troppi ghirigori e tecnicismi, elementi che sovraffollano una quantità immensa di dischi dei giorni nostri. Attenzione, non che i passaggi ultratecnici siano errati in partenza, è che spesso accade che questi ultimi finiscano per farcire a sproposito lo scorrimento delle tracce, andando a bloccare il flusso di emotività, quella da assorbire istantaneamente e senza ostacoli di sorta. Ed in questo gli Of Mice & Men sono dei maestri, puntando ad una relativa semplicità per arrivare a toccare quante più anime possibili. Qualche traccia fiacca a parte, “Echo” ci ripresenta gli uomini di Aaron Pauley in ottima forma e pronti a riscalare le classifiche: gli Of Mice & Men, dimenticate le dolorose cadute del passato, sono più vivi che mai.

Tracklist:

01. Timeless
02. Obsolete
03. Anchor
04. Levee
05. Bloom
06. Pulling Teeth
07. Mosaic
08. Fighting Gravity
09. Echo
10. Helplessly Hoping

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