NUOVE USCITERECENSIONI

Rammstein – Zeit

Sono passati solo 3 anni dalla pubblicazione del loro ultimo album, ma in questo periodo, complice probabilmente anche la pandemia e l’annullamento dei tour, i Rammstein non sono rimasti con le mani in mano. Anni che hanno visto il mondo cadere in ginocchio davanti ad una crisi sanitaria e sociale e che hanno dato tempo e modo a chiunque di riflettere sulla vita, sulle relazioni intra e interpersonali, sulla paura e sul tempo. Ed è proprio questo ultimo concetto a dare il titolo all’ottavo album della band tedesca, intitolato – appunto – “Zeit”.

Dopo un album di alti e bassi (e pubblicato dopo 10 anni di attesa), il sestetto toglie definitivamente la ruggine, olia i meccanismi e, con questo nuovo lavoro, torna a mostrare ciò che meglio sa fare, mantenendo una media alta per tutta la durata del lavoro. L’inquietante veliero dei Rammstein torna a macinare miglia su miglia, prendendo a cannonate le nostre orecchie, navigando talvolta nell’oscurità, mostrandoci paesaggi poetici, quanto oscuri e nebbiosi. D’altronde non è una novità che i tedeschi siano maestri nell’unire atmosfere oltremodo smodate e intemperanti a momenti melodici dall’emotività devastante, ma se con l’album precedente questi grandi pregi emergevano solo in alcuni brani, “Zeit” mostra tutti volti migliori della band.

Ma allo stesso tempo, questo nuovo lavoro esprime rinnovate sensibilità e maturità, oltre che grande compattezza. I pezzi infatti, oltre che da un denominatore sonoro comune, sono legate anche nelle tematiche, esplicate appunto nel titolo: il tempo, l’ignoto, la morte e la paura permeano tutti i brani, anche i più ironici, in puro stile Rammstein. È questo il caso del secondo singolo “Zick Zack”, brano prototipo della band (il cui irresistibile riff ai più maliziosi potrebbe ricordare quello di “Los”), in cui Lindemann ironizza sull’utilizzo della chirurgia estetica come vano tentativo di contrastare i segni del tempo. Si tratta, tuttavia, dell’unico brano irriverente nella prima metà dell’album, che viene invece dominata da atmosfere più pacate e notturne, a partire dall’opener “Armee Der Tristen”, costruita su una base elettronica ipnotica, con cui Christian Lorenz sale direttamente in cattedra senza passare dal via, doppiata poi dalle immancabili chitarre, sempre possenti e granitiche quanto una fortezza inespugnabile. La band dilaga già con la title track (accompagnata da un video tra i migliori mai realizzati dal sestetto), pezzo maestoso che racchiude ed esemplifica per temi e musica l’intero album: dal pianoforte nell’intro, ai muri di chitarre, alla sezione ritmica secca e potente, “Zeit” colpisce ed emoziona.

Mostrano una certa sensibilità anche la successiva “Schwarz”, brano notturno e guidato anche in questo caso dal pianoforte, oltre che l’intensa ed emozionante “Meine Tränen”, mentre con “Giftig” i bpm si alzano imperiosi e Lindemann canta un ritornello che rimarrà incastonato nel cervello fin dal primo ascolto. Ma è con la disturbante (tematicamente parlando) “OK” che i Rammstein iniziano a tirare fuori l’artiglieria pesante: dopo il solenne coro iniziale i fucilieri Kruspe e Landers mitragliano senza pietà sull’ennesima base irresistibile offerta da Lorenz, mentre il cantante, feroce ed espressivo, prende le redini del ritmo nervoso e impazzito.

Nell’ultimo terzo dell’album i tedeschi lasciano libero sfogo a tutti il loro istrionismo, mettendo in serie quattro pezzi praticamente esenti da difetti. La ferale e viscerale “Angst” viene permeata da suggestioni ancestrali e mostra i Rammstein in una componente particolarmente feroce e oscura. Un circo degli orrori in cui Lindemann manifesta il meglio di sé e che continua con la successiva e fortemente ironica “Dicke Titten”, in cui la band trova il modo di far convivere una marcetta con un riff che colpisce e calpesta con violenza le nostre orecchie. “Lügen” parte con un arpeggio delicato su cui il frontman canta quasi sussurrando, prima di esplodere in una seconda metà melodica quanto rumorosa e pesante, mentre la conclusiva “Adieu” si posiziona, per arrangiamento e intensità emotiva, direttamente tra gli episodi migliori di “Zeit”, riprendendo i temi sviluppati in precedenza.

Quando lo tsunami emotivo e sonoro dei Rammstein decide di colpire, non si può far altro che lasciarsi investire dalla violenta ondata e abbandonarsi completamente al movimento delle acque. Il sestetto, ruggisce, carezza, sbraita, ammalia, percuote con violenza e non lascia scampo. Come ripetuto più volte all’interno di “Zeit”, il tempo passa inarrestabile, lasciando il proprio segno indelebile su tutto: rimane da chiedersi come i Rammstein possano continuare ad ergersi in questo modo dinanzi al tempo, dopo 30 anni di onorata carriera.

Tracklist

01. Armee Der Tristen
02. Zeit
03. Schwarz
04. Giftig
05. Zick Zack
06. OK
07. Meine Tränen
08. Angst
09. Dicke Titten
10. Lügen
11. Adieu

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