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Sunsleeper – While You Can

È complicato vivere il presente quando si è costantemente ossessionati dal futuro e nostalgici del passato. Aprire gli occhi e guardarsi attorno, godere degli attimi, tastare l’istante, è questo il messaggio che i Sunsleeper infilano dentro una vecchia bottiglia, gettata poi in balìa delle onde dell’oceano musicale: “While You Can”, secondo album in studio degli americani, è un morbido appello a tutti coloro che si sentono sopraffare ogni giorno dalle difficoltà della vita, dai giudizi, dagli obiettivi da rispettare, dal tempo che scappa via dalle mani come una fune ricoperta di sapone.

Parole che, nonostante mirino a scuotere sensi intorpiditi, vengono veicolate con una leggerezza indie rock che solo in alcuni punti tocca cime più ruvide, una transizione smooth, per dirla all’inglese, che scivola nelle orecchie, penetra senza far scalpore, si insedia nell’anima come un etereo antidolorifico dal retrogusto dolciastro, che stimola timidamente lo spirito con l’acustico cullare di “Anywhere” e con la pacatezza di una “Stay Home” accarezzata dalle dolci corde vocali di Jeffrey Mudgett.

Melodia e pop-rock governano gran parte dell’evanescente reame di “While You Can”, ma ciò non vieta alle chitarre di spingersi più in là, come nel singolo “In The Clouds”, dove i ritmi si fanno più concitati e le sei corde sfoderano un più ispirato acume compositivo, mescendo una puntuale distorsione alle divagazioni shoegaze che si ergono zampillanti lungo la traccia, e, più in generale, durante l’intero ascolto. Vedasi la convincente “Blemishes”, esatto sunto di tutto il songwriting della band dello Utah, abile nell’ergere atmosfere dense di malinconia sopra arpeggi sussurrati, un basso che lavora sinuosamente nelle retrovie, un frontman che mantiene gli standard nonostante l’esplosione in chiave alternative rock che deflagra poco prima del quieto finale.

Sprazzi di dream pop scaldano le tessiture di un’ottima “Quitter”, dall’approccio soffice e dal refrain più energico, un egregio antipasto prima della vigorosa “Feel What You Can”, pezzo dalla scorza più dura, ma perennemente attraversato da quell’aria sognante che forgia la fragile armatura del disco. Un’armatura, però, capace di adattare la sua consistenza agli attimi, dal sottile cuoio della opener “Porch Light”, alla ferrea robustezza della potente “Way Out”, annunciata da docili arpeggi pronti, però, a disfarsi sotto la tempesta sonora apportata dal refrain che copre il cielo all’improvviso, ma è sufficiente la conclusiva “Thief” a placare il rombo strumentale, ricolorando l’aria con la stessa tavolozza delle prime pagine dell’album.

“While You Can” è un album difficile da catalogare poiché molto variegato è il suo scheletro sonoro, a tratti fortemente spinto da un’indie rock moderno, a tratti sorretto da un più corpulento shoegaze. Ciò non preclude il fatto che il secondo full length dei Sunsleeper riesca a penetrare vigorosamente nel cuore, staccandosi dal marasma di uscite mediocri che popolano il circondario di genere degli americani grazie ad un sound abile nel dosare bene tutte le sue componenti: melodico, ma non eccessivamente smielato, graffiante e malinconico nei punti giusti, strumentalmente ben architettato; ciò rende “While You Can” un piacevolissimo successore del buonissimo lavoro di “You Can Miss Something & Not Want It Back”, permettendo ai Sunsleeper di fare un’ulteriore, convincente, step in avanti nella loro giovane, ma promettentissima, carriera.

Tracklist

01. Porch Light
02. In The Clouds
03. Blemishes
04. Stay Home
05. Anywhere
06. Quitter
07. Feel What You Can
08. Currents
09. Way Out
10. Thief

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