Non c’è niente di meglio di una fuga dal lavoro quando le ferie sono ancora lontane e la città brucia sotto il sole di agosto. Si potrebbe organizzare un weekend lungo in qualche località esotica o in una città d’arte, ma perché viaggiare verso mete lontane quando gli Offspring ci offrono una soluzione? E allora prepariamo lo zaino e andiamo a Romano D’Ezzelino (VI), per quella che sarà la loro unica data italiana. La location dell’AMA Music Festival offre il refrigerio perfetto per potersi dare al pogo sfrenato e a balli disarticolati. Sul grande prato di quadrifogli, c’è spazio per gli stand di vestiti etnici, borse vintage e l’immancabile merch. Ben presto la folla accorsa per l’evento si ritrova ad indossare le stesse t-shirt dei propri beniamini.

Mentre la brezza fresca porta profumi di patatine fritte e hamburger, i primi a salire sul palco sono i Militarie Gun, rocker losangelini sfrontati e rumorosi, nati nel periodo covid. Il loro punk conquista la platea con uno stile che ricorda molto quello dei Fugazi e riff di chitarra di chiara ispirazione alternative punk anni 2000. Rapido cambio palco a favore dei Neck Deep, gallesi di origine, ma divenuti in fretta un punto di riferimento per tutti gli amanti delle sonorità old school del pop punk.

BuzzcocksBand
Buzzcocks

Nel frattempo, la coda per i controlli all’ingresso assume la forma di uno Snake sempre più lungo, la gente vuole arrivare in tempo per godersi una leggenda del punk. E così, litri di birra accompagnano un antipasto anni ’70, i Buzzcocks salgono in scena al sorgere della luna. Il gruppo di Manchester che può essere definito tra i pionieri della musica punk assieme ai Ramones, Clash e Sex Pistols, decidono di farci fare un viaggio nella loro discografia presentando alcuni dei loro brani più iconici. Con “Orgasm Addict”, “What Do I Get?” e “I Don’t Mind”, la sensazione è quella di entrare nel tempio della musica impudente e sorniona, che senza ritegno è in grado di raccontare tutte quelle tematiche di cui ancora oggi si fa tabù. Sesso e droga su schitarrate impertinenti e melodie accattivanti. Nonostante l’assenza di Pete Shelley, fondatore e cantante del gruppo, stroncato da un infarto quando aveva solo 63 anni, i ragazzacci inglesi, con Steve Diggle come frontman, tengono bene il pubblico, e tra un coro improvvisato e una canzone del passato, chiudono il loro momento con “Ever Fallen in Love”.

Sono le 22.00 e nel pit si inizia a percepire il fermento per l’arrivo degli Offspring. Ci si spinge per cercare di arrivare alle transenne, alla conquista del posto migliore per godersi lo spettacolo tanto atteso. Ci sono diverse generazioni tra gli spettatori, genitori, figli, nipoti e subito penso a come faranno a rimanere tutti insieme e, soprattutto tutti interi, durante il concerto – la gente che da dietro pressa per guadagnarsi il miglior posto in prima fila, non promette niente di buono. Puntualissima come un orologio svizzero, la band californiana prende posizione davanti ad una folla in delirio. La scaletta di hit intramontabili inizia con la carica esplosiva di “Come Out and Play”, durante la quale la parola d’ordine è scatenarsi fino a non sentire più le gambe. Dexter e i suoi sono in gran forma, tra siparietti comici e mashup di cover, propongono brani coinvolgenti e trascinanti, con qualche sorpresa esplosiva.

Offspring
The Offspring

Gli Offspring hanno organizzato una vera festa, con cannoni spara coriandoli e gonfiabili colorati lanciati su una platea ormai inarrestabilmente irrequieta ed eccitata. Come prevedibile, anche questa volta l’esibizione non è stata per niente tranquilla, scatenando il pogo più sfrenato e sudato, facendo disperdere i tanti nuclei familiari presenti.

Mentre il concerto si chiude sulle note di “Self Esteem”, penso di aver assistito ad un grande spettacolo. L’ energia assorbita mi aiuterà a tornare davanti al freddo schermo del PC in ufficio. Forse.

Setlist

Come Out and Play
All I Want
Want You Bad
Staring at the Sun
Make It All Right
Iron Man / Sweet Child o’ Mine / In the Hall of the Mountain King
Blitzkrieg Bop (Ramones cover)
Light It Up
Original Prankster
Bad Habit (with Olé Olé Olé punk version interlude)
Gotta Get Away (With Drum Solo)
Why Don’t You Get a Job?
(Can’t Get My) Head Around You
Pretty Fly (for a White Guy)
The Kids Aren’t Alright
You’re Gonna Go Far, Kid
Self Esteem

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