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Si chiude nella Capitale il tour indoor dei Verdena che hanno portano sui palchi di palazzetti e teatri il loro fortunato “Volevo Magia”, diventato uno degli album italiani con le migliori recensioni dello scorso anno. Niente male poi se si pensa che è la prima volta in un palazzetto per il gruppo della provincia bergamasca, un po’ una casualità viste le due date romane di novembre – inizialmente programmate all’Atlantico – e poi confluite in questa tappa da 7 mila spettatori al Palazzetto dello Sport. Adesso si pensa all’Europa, al tour in giro per il Vecchio Continente che inizieranno a partire dal prossimo mese. Dunque è tempo di chiudere in bellezza il capitolo invernale.

Alle 21:45 si parte senza troppi giri di parole. La band di Alberto Ferrari imbraccia gli strumenti, per il frontman una chitarra acustica, e si inizia proprio dall’album “Volevo Magia” con il primo singolo estratto, “Chaise Longue”, che si fa via via sempre più distorto ed effettato. Si spinge poi sull’acceleratore, o per meglio dire sul distorsore, con la successiva “Pascolare” dove l’intenzione di voler buttar giù il Palazzetto dello sport sembra evidente soprattutto a fine esecuzione. Ma tra il dire e il fare… La risposta del pubblico non è delle più calde, complice un’acustica decisamente non confacente al sound della band (alla domanda “Come va?” di Roberta Sammarelli qualcuno risponde “Non si sente un cazzo”), un’esibizione senza sosta dei pezzi e diversi problemi tecnici il parterre fatica ad entrare in piena sintonia con i Tre (più uno) divi dell’alternative rock italiano. C’è da dire anche che il pubblico sembra non particolarmente rispondente ai nuovi pezzi, che forse suonano meglio nel disco che nel palazzetto per i problemi di cui sopra. Le prime file tuttavia sembrano quelle dei Pearl Jam o dei Red Hot, assatanate per i loro idoli sul palco. Ci si mettono anche dei giganteschi palloncini colorati su “Crystal Ball” a distruggere quel briciolo di attenzione che faticosamente i Verdena si erano messi a costruire a furia di schitarrate, riff di basso ed effetti nella voce. “Dialobik”, “Paul e Linda”, “Cielo super acceso” chiudono, per ora, la parte dedicata all’ultimo album.

Quasi nessuna scenografia se non pannelli luminosi alle spalle che si illuminano più tardi durante il concerto, e giochi di fari sulle teste dei presenti. Su “Viba” il pubblico si accende davvero: la sfrenatezza dei suoni, la malinconia dei testi e l’ossessione per quel sound crudele che negli anni hanno sempre cercato di preservare come patrimonio collettivo dell’Italia, tutto questo ci fa sentire per la prima volta da inizio concerto, veramente a casa. Su “Starless” e “Luna” è un turbinio di feedback, schitarrate, fragori, tuoni, a un certo punto si canta: “Onesto come se tu fossi il mare”. Il trambusto perfora le orecchie. La voce di Alberto si fa sempre più lisergica, a tratti demoniaca: “Ci fischieranno le orecchie per un po’ di giorni”, ironizza Roberta. Il rock più potente lascia spazio a momenti strumentali ed acustici, ed è il momento di “Trovami un Modo Semplice Per Uscirne”, fra i classici della band, ma purtroppo a inizio brano un feedback lacera il velo dell’esibizione rompendo l’incantesimo e dando adito alla predizione di Roberta. Torniamo di nuovo dalle parti di “Requiem” con “Caños” e ci avviciniamo all’encore.

È qui che i Verdena tirano fuori le bombe a mano, ad iniziare da “Muori Delay” che vede Alberto Ferrari dietro la tastiera in uno dei momenti più memorabili del concerto, un brano di puro genio che svela la dolcezza (neanche troppo) velata della band lombarda. Segue l’inno generazionale “Valvonauta”, quella canzone che, negli anni della scuola, distingueva se eri veramente un fico o no – e se l’avevi nell’ipod, oggi suoni in una band. L’energia è quella giusta, l’arrangiamento azzeccatissimo, che non snatura il pezzo e ne rivela le sfumature più interessanti. Chiude una roboante “Volevo Magia”, a spiazzare un po’ il pubblico con una bella dose di casino sul finale. Se se siamo abituati ai Verdena, è proprio quello che ci vuole.

Setlist

Chaise longue
Pascolare
Crystal Ball
Dialobik
Paul e Linda
Cielo super acceso
Viba
Starless
Luna
Don Calisto
Fuoco amico II (Pela i miei tratti)
Certi magazine
Trovami un modo semplice per uscirne
Razzi arpia inferno e fiamme
Paladini
Caños
Loniterp
Lui gareggia
Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)
Muori delay
Valvonauta
Un po’ esageri
Sui ghiacciai
Volevo magia

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